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Ultimo e la Poesia per Roma

All'Olimpico il cantante di San Basilio regala ai 60.000 fan una poesia per la città Eterna

Il link della Poesia per Roma su spotify

Una Favola che si trasforma in poesia. Ultimo sbanca l'Olimpico e regala alla sua città, Roma, dei versi destinati a diventare, specie ai tempi dei social, sottofondo virale di ogni immagine della Capitale. Nicolò Moriconi omaggia i 60.000 accorsi all'Olimpico di uno show straordinario. Di seguito il testo e il video, tratto da youtube, della poesia. Curiosità: nella versione declamata durante il concerto manca la quartina che disegna Francesco Totti:  

Roma è una finestra aperta
piena di mollette e panni
è un bimbo cor pallone
che è partito da San Giovanni

Gli stessi versi invece sono presenti nella versione Spotify rilasciata sulla piattaforma social alla mezzanotte, a concerto finito. 
 

So dieci giorni che sto fori
dici sorridi e dentro muori
a me m'hanno stancato tutti
donne, auto, amici a volte

eppure de te io non me stanco
a volte penso ar Tevere e poi canto
anche se Roma non è solo centro
per me sei bella come un dubbio spento
come un rifugio per un ladro
sei bella come l’angelo e il peccato

Te pare poco. Dì...te pare poco esse immortale?
quando te spegni e avvii er tramonto
che bellezza che rimane
sei bella pure senza mare
lì giù ai Parioli sono belli i ragazzetti
ma per me non valgono du’ occhi
sopravvissuti a sti’ parcheggi
ché Roma è er Colosseo ma non non è solo quello

Roma è sta panchina rotta
che da sogni a quer pischello
Roma è una finestra aperta
piena di mollette e panni
è un bimbo cor pallone
che è partito da San Giovanni

mio padre mi portava le domeniche allo stadio
ancora tengo con gran cura
la prima sciarpa nell’armadio
Roma Capoccia der mondo infame
il mio primo saggio da bambino
la cantai col cuore

nun è San Pietro ma sta’ chiesa
che sta a pezzi
la vera Roma sta nei vicoli
che te turista non apprezzi
è na’ battaglia persa co’ politici corotti
mi parli e dopo ridi perché, Roma, te ne f****
è un pranzo a casa mia co gli amici di na’vita
quelli che perdono a tre sette
e se la pijano con la sfiga

voi sta’ tranquillo senza troppe cianfrusaglie
te casca il mondo sulle spalle
e trovi forza dentro un daje

so’ dieci giorni che sto’ fori
e come me manchi
domani torno e prima cosa vado a pija du’ guanti
perché per scrivere de te ce vo’ rispetto
grazie de esser rimasta accesa
quando non c’avevo un letto

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