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Miti e leggende della Torre delle Milizie

Non sarà nota come la Torre di Pisa o la Torre degli Asinelli ma anche Roma ha la sua torre pendente

La Torre delle Milizie è tra i principali monumenti della Roma medioevale e tra quelli meglio conservati. Con la sua altezza di ben 51 metri la Torre delle Milizie è la più imponente tra le circa 40 torri romane ed è situata in via Quattro Novembre ai margini del quartiere Monti, vicino via dei Fori Imperiali. Oggi fa parte di un unico complesso con i Mercati di Traiano dai quali deriva il proprio accesso.

Svetta con la sua mole al di sopra della maggior parte dei monumenti romani e la sua pendenza è chiaramente visibile già da lontano.

Costruita nel XIII secolo come torre nobiliare e fortificazione militare dall’architetto Marchionne Aretino per la famiglia Conti, venne ben presto venduta a papa Bonifacio VIII che ne fece un baluardo difensivo, in particolare contro i Colonna.

È probabile che il nome derivi dalla presenza di un quartiere militare nella zona o di un successivo presidio ma quest’ipotesi non è mai stata dimostrata. Originariamente costruita su tre piani, resta oggi solo un frammento del terzo, danneggiato irreparabilmente dal terremoto del settembre 1348. Fu proprio questo primo terremoto a causare un cedimento del terreno e a causare il lento e inesorabile processo di inclinazione della torre di cui parlò per primo nell’800 lo studioso di curiosità romane Costantino Maes. Pare inoltre che la pendenza sia stata ulteriormente accentuata durante i lavori di costruzione di Via dei Fori Imperiali. In seguito all’inclusione della Torre delle Milizie tra i monumenti nazionali italiani, il soprintendente Antonio Muñoz ne diresse il restauro nel 1914.

Con il passare dei secoli a causa delle sue peculiarità fu motivo per il popolo romano della diffusione di diverse leggende, nonché fonte di ispirazione per gli artisti e soprattutto i vedutisti che spesso la ritrassero.

La più famosa leggenda sulla Torre delle Milizie la vedrebbe come luogo scelto dall’Imperatore Nerone per osservare dall’alto l’incendio della città nel 64 d.C. Naturalmente questa è anche la leggenda più facile da smentire, data la costruzione in epoca medioevale della torre, ma resta pur sempre l’attrazione romantica dell’immagine dell’Imperatore che assiste per giorni alla catastrofe cantando i versi dell’Eneide relativi alla distruzione di Troia e accompagnandosi con la cetra.

Un’altra leggenda poi, forse di ancora maggiore impatto nell’immaginario, indentifica la torre delle Milizie con l’occhio-periscopio di un enorme palazzo sotterraneo di Augusto che un giorno magicamente riemergerà dal terreno facendo ritornare in vita lo stesso Imperatore. Questa predizione però potrà avverarsi soltanto il giorno in cui Roma tornerà al suo antico splendore.

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