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Piazza del Gesù: la leggenda del Diavolo e del Vento

La proverbiale ventosità di piazza del Gesù a Roma, custodisce un’antica leggenda legata al Diavolo e raccontataci addirittura da Stendhal. Ma pare se ne raccontino anche altre.

La piazza oggi prende il nome dall’imponente Chiesa del Santissimo Nome di Gesù, più comunemente detta Chiesa del Gesù, poiché fu voluta da Papa Paolo III nel 1541 su desiderio di Ignazio di Loyola, fondatore dell’Ordine dei Gesuiti.

Anticamente, da qui fino a Palazzo Grazioli, si estendeva il Portico dei Due Divi, una grande piazza porticata - in cui erano situati due piccoli templi uguali e simmetrici - fatta realizzare da Domiziano per rendere omaggio ai trionfi del padre Vespasiano e del fratello Tito.

Prima dell’edificazione della Chiesa, quest’area era occupata da un’altra chiesa, nettamente più piccola, dedicata a Santa Maria della Strada e la piazza era denominata Forum Alteriorum o anche “Platea de Alteriis”, dovuto al vicino Palazzo Altieri (via del Plebiscito, 49) precedentemente posseduto dalla famiglia Astalli.

La leggenda

Su Piazza del Gesù si narra un’antica e strana storia dovuta al fatto curioso che sia sempre molto ventosa. A raccontarcela è lo scrittore francese Stendhal, secondo cui un giorno il Diavolo e il Vento, passeggiando per la città, si fermarono davanti alla Chiesa del Gesù. Il Diavolo disse al compagno che avrebbe avuto da fare nella Chiesa e di aspettarlo fuori. Ma da lì non uscì mai più e si dice che il Vento, da allora, sia rimasto nella piazza ad attendere il suo ritorno facendo avanti e indietro impaziente; da qui le correnti di vento che caratterizzano la piazza.

Ovviamente, data la sua conformazione, è chiaro il motivo della ventosità della piazza. Si trova infatti al centro di cinque strade: via del Plebiscito, via del Gesù, Corso Vittorio Emanuele II, via Celsa e via d’Aracoeli.

Due sono le possibili interpretazioni di questo brevissimo aneddoto: c’è chi ritiene che Stendhal l’abbia raccontato per alludere alle capacità di conversione dei Gesuiti, che sarebbero riusciti a convertire persino il Demonio. Altri pensano che la storia fosse raccontata per denigrare il potente Ordine dei Gesuiti, titolare della Chiesa, accusandolo di essere tanto corrotto da riuscire a trattenere tra le sue fila di proseliti addirittura il Diavolo.

Entrando in Chiesa, però, viene da pensare che il Diavolo sia rimasto affascinato dalla ricchezza dei suoi affreschi, dei suoi stucchi, delle sue decorazioni e delle sue illusioni prospettiche tanto da rimanere all’interno.

Ma c’è anche un’altra leggenda che in pochi conoscono, legata proprio alla straordinarietà e alla bellezza della Chiesa del Gesù. Quella di Lucifero che vedendola si ingelosì terribilmente. Deciso a distruggerla, arrivò a notte fonda su un carro demoniaco trascinato dal Vento. Rimase così affascinato dalla bellezza della Chiesa, che all'arrivo l’Alba, nella fretta di fuggire abbandonò la piazza lasciando lì da solo il Vento, che ancora sta attendendo il suo ritorno.

La Chiesa del Gesù

Le leggende sulla Chiesa del Gesù non sono nate a caso, ma derivano dalla sua effettiva straordinarietà. Tutto all’interno è incredibile: dalle decorazioni agli stucchi, dagli affreschi alle cappelle, dagli altari laterali all’illusione della cupola. Fu realizzata tra il 1568 ed il 1584 dal Vignola su commissione del Cardinale Alessandro Farnese. Per la facciata fu incaricato Giacomo della Porta e per la volta della cupola, dell'abside e della navata, venne chiamato Giovanni Battista Gaulli (detto "il Baciccia") che, proprio nella navata centrale d’ingresso, dipinse il maestoso e illusorio affresco con il Trionfo del Nome di Gesù.

L'interno si presenta a croce latina, con una grande e unica navata sulla quale si aprono le cappelle laterali, tra le quali ricordiamo quella di San Francesco Saverio, in memoria del grande missionario morto su un'isola della Cina nel 1552. Ma soprattutto la stupenda Cappella di Sant’Ignazio con le quattro colonne di lapislazzuli e bronzo dorato e l'architrave di verde antico, costruita nel 1696-1700 dall'artista gesuita Andrea del Pozzo, in onore del soldato spagnolo Ignazio di Loyola, che qui riposa.

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