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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura Centro Storico / Piazza S. Ignazio

A Roma c'è una "finta cupola": ecco dove si trova

E' la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma a nascondere incredibili virtuosismi pittorici ed effetti illusionistici suggestivi

Su piazza Sant’Ignazio, luogo particolare per l’impianto scenografico-teatrale degli edifici settecenteschi, si affaccia la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, inserita nell’imponente edificio del Collegio Romano.

Quest’ultimo era uno straordinario complesso di aule, cappelle, laboratori, refettori, cucine, stalle e biblioteche, arricchito addirittura da un pollaio, dall’infermeria, dalle officine e dall’osservatorio astronomico di Athanasius Kircher. L’enorme complesso, voluto dal fondatore della Compagnia del Gesù Ignazio di Loyola, fu costruito su un’ampia area tra il Pantheon e via del Corso ed era destinato all’istruzione dei giovani Gesuiti.

Il Collegio comprendeva anche una Chiesa dedicata all’Annunziata, ma che ben presto non si dimostrò più in grado di ospitare gli oltre 2000 studenti che si riversavano a Roma. I Gesuiti decisero così di realizzare una chiesa molto più grande della precedente.

Tra i vari progetti venne scelto quello del professore di matematica del Collegio, Fra’ Orazio Grassi, finanziato dal Cardinale Ludovico Ludovisi con addirittura 200.000 scudi (una cifra folle per l’epoca), il cui monumento funebre è visibile all’interno della Chiesa.

I lavori iniziarono nel 1626. Nel 1685 la Chiesa era quasi terminata, ma c’era un problema: mancava la cupola e il denaro per realizzarla. Venne perciò chiamato il frate gesuita, nonché pittore, Andrea del Pozzo, che grazie a uno straordinario stratagemma riuscì a “completare” la cupola.

All’interno la Chiesa presenta una navata lunga addirittura 81,5 metri e larga 43 metri, ha la tipica forma a croce latina con presbiterio absidato e si arricchisce di sei cappelle laterali, tre a sinistra e tre a destra. L'edificio è stato più volte attribuito a vari architetti che hanno operato nella prima metà del XVII secolo a Roma: Domenichino, Girolamo Rainaldi, Alessandro Algardi.

All’esterno, la facciata si struttura in due ordini: in quello inferiore sono collocate tre aperture che permettono l’accesso alla Chiesa, con porte sormontate da timpani impreziositi da raffinati festoni, mentre nella parte superiore vediamo un’ampia finestra affiancata da due volute e sormontata da un grande timpano.

Le illusioni ottiche

La Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola è un classico esempio del Barocco italiano, non solo per la sua struttura e per le sue decorazioni, ma anche e soprattutto per le straordinarie illusioni ottiche realizzate da Andrea del Pozzo, celebre autore di affreschi trompe-l’oeil (trad. “inganna l’occhio”).

Appena varcata la soglia della Chiesa, sul pavimento si possono ammirare le particolari geometrie dei marmi che portano al centro della navata in cui formano un cerchio. Da questo preciso punto, alzando gli occhi al cielo, si può ammirare il fantastico affresco con la Gloria di Sant'Ignazio (1685), sempre di Andrea del Pozzo, che tramite l’effetto di “sfondamento” o “quadratura” del soffitto lo fa sembrare alto il doppio di quanto sia realmente, offrendo agli occhi dello spettatore la simulazione prospettica di una seconda chiesa tridimensionale che “poggia” direttamente su quella reale.

Quest’architettura simulata è articolata su due ordini: in quello superiore, che protende verso l’alto con un sinuoso movimento di colonne, archi e trabeazioni, è raffigurato al centro Sant’Ignazio che ascende al cielo sotto lo sguardo di Cristo crocifisso e quattro figure che simboleggiano i continenti allora conosciuti. Il dipinto rappresenterebbe perciò l'epopea dei Gesuiti nell’evangelizzazione dei quattro continenti.

Proseguendo nella navata centrale, verso l’altare, si incontra un tondo dorato nel marmo pavimentale. Se dal quel punto si alza lo sguardo si può ammirare la splendida cupola di ben 13 metri di diametro. Ma ha qualcosa di strano! Ebbene sì, nasconde un artificio.

La finta cupola

La cupola è finta, il soffitto è piatto e al di sopra è stato applicato un dipinto prospettico su tela: è solo un’illusione ottica tridimensionale. Infatti, se da quel tondo sul pavimento ci si sposta lateralmente, la cupola assume tutt’altra prospettiva e perde completamente di significato.

Questo ingegnoso espediente venne ideato dal Frate pittore per sopperire alla mancanza di fondi destinati alla costruzione della cupola. Ma si dice anche che siano stati gli stessi abitanti del quartiere Campo Marzio a non volerne la costruzione. Essa, infatti, avrebbe oscurato il sole.

Infine, sempre Andrea del Pozzo, inserì nell’abside, quindi su una superficie curva, quattro false colonne dritte.

La pittura illusionistica, che include tecniche come il “sotto in su” e la sopra citata “quadratura”, è un genere pittorico del Barocco (ma utilizzato anche nel Rinascimento e nel Rococò) nel quale il trompe l'oeil, la prospettiva e altri effetti spaziali vengono impiegati per creare l'illusione di uno spazio tridimensionale su una superficie piatta, semicurva o curva.

Tra giochi e virtuosismi pittorici, la Chiesa di Sant'Ignazio a Roma, si presenta perciò come una delle più rappresentative di questo genere che tendeva a stupire l'osservatore con espedienti illusori e geniali.

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