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Cultura

La 'prospettiva' di GALIL3O

Intervista al cantautore romano che presenta il suo nuovo singolo venerdì 25 maggio, Le Mura

Quando hai capito che avresti voluto fare il cantautore? Come nascono le tue canzoni? Soprattutto: per quale ragione ti chiamano Galil3o e con un “3” al posto della “e”?

 

I miei genitori, al riguardo, mi raccontano ancora che con la chitarra - vera - di mio padre facevo assoli stonati, con note a caso, sui dischi di Fossati, Paolo Conte e James Brown. A casa mia c'è sempre stata la musica, forse è questo il vero motivo. Da bambino scrivevo brevi canzoncine in cui dicevo “qualcosa”​; ho sempre avuto la necessità di esternare i miei stati d'animo. Com’è possibile tenersi dentro tutto quanto, ad esempio le delusioni d'amore o la felicità stessa, ma specialmente tutta questa ansia? Voi come fate? È questa la vera ragione che mi spinge a scrivere canzoni, ovvero credere che qualcuno lì fuori si senta come me in quel preciso momento e poterlo condividere. 
Il nome “Galil3o”, invece, è nato per gioco – non poteva essere altrimenti – insieme a Carlo Acreman, un amico caro, la spalla con cui porto avanti questo progetto. Si ironizzava sulla ‘vera storia del vero Galileo’, nel senso che – riassumendo all’osso – egli su “qualcosina” aveva avuto ragione, nessuno però gli credette... Ecco... non aggiungo altro! (Ride, n.d.r.). 
La “e” è stata surclassata da un “3” appunto perché un ‘certo Galileo’ era già esistito – anche leggermente più noto del sottoscritto – e non volevo vi confondeste... 

Nella scena Indie dell’area pop-rock romana approdi una decina di anni fa con contenuti complessivamente diversi da quelli che vediamo e sentiamo, oggi, durante i tuoi concerti nei locali della movida romana. Cosa è cambiato dalla precedente formazione della tua band, nei tuoi testi e nel tuo modo di “fare musica”?

Ti ringrazio per aver notato il cambiamento. Perché c'è. Sono molto legato al mio vecchio progetto perché tutto quello che ho fatto mi ha portato ad oggi, a Galil3o. In questo di progetto c'è un Francesco (il vero nome di Galil3o è Francesco Galioto, n.d.r.) più cantautore, più a proprio agio nelle sue melodie e nelle sue parole; sento più libertà. E c’è una band che tengo a nominare e a ringraziare. Alla batteria Mattia Di Cretico, al basso Riccardo Di Fiandra, alle tastiere, alle chitarre elettriche, alla tromba, Luigi Di Chiappari, ai synth Andrea Guastadisegni. Loro mi accompagnano dal vivo e in studio, arricchiscono ​il lavoro che c'è dietro ogni canzone, nota, parola. 

 Nel tuo percorso sei arrivato in finale a Sanremo Giovani e, quest'anno anche tra i finalisti del Primo Maggio Roma. Solo un paio di mesi fa hai vinto un contest molto importante, lo “Spaghetti Unplugged Fest”, il cui partner principale è stato – fra gli altri – il marchio Nastro Azzurro. Hai vinto primo e secondo premio, a parità il terzo, quindi un bel traguardo o un ottimo trampolino? 

Sono sicuramente delle bellissime soddisfazioni, ma per me rappresentano solo un principio per cercare di fare qualcosa di migliore e non accontentarmi mai. Sono molto felice per la vittoria dello Spaghetti Unplugged Fest, poiché intorno ad esso gravitano davvero band, cantautori, musicisti di ottimo livello e potersi confrontare con queste realtà è uno stimolo importante, per me. Vincere, poi, è stato un sogno. E ci tengo a ringraziare lo Staff di Spaghetti Unplugged e gli amici incontrati durante questo percorso bellissimo. 


 Dopo il successo del tuo primo singolo – Parte di Me – passata in Radio dal giorno di San Valentino, VENERDÌ 25 MAGGIO sei chiamato a presentare, in anteprima esclusiva, il tuo NUOVO SINGOLO “LA PROSPETTIVA” al ‘Le Mura’, rinomato locale di live, e non solo, nella zona universitaria di San Lorenzo, a Roma.  Cosa ti ha fatto iniziare a scrivere La Prospettiva? 

L’idea della prospettiva è nata qualche anno fa a una mostra di De Chirico, a Ferrara. Trasportato dai suoi quadri, mi è venuta in mente l’ispirazione per scrivere questa canzone che ha avuto però la sua stesura finale solo poco tempo fa, e ho deciso subito di inciderla poiché dentro ci sono temi a me molto cari, come il tempo che scorre tremendamente in fretta, il mio amore smisurato per l’arte e per l’architettura, le paranoie da cui ci facciamo limitare la vita e – in ultimo, ma non ultimo – l’amore. Perché poi, alla fine, come dice Brunori Sas in un suo pezzo: “di che altro vuoi parlare?”


 Quale può essere, o qual è stata, una fonte d’ispirazione per il Galil3o autore? Chi c’è nella sua rosa di artisti prediletti? E cosa vorrebbe che riservasse, per il "sé cantautore", il suo ‘futuro prossimo’?

Domanda davvero ardua... Riassumere, in poche righe, cosa e chi t’ispiri è davvero difficilissimo. Come dicevo, sono cresciuto con la musica “in casa”: il soul, il blues il rithm'n blues, il rock, ma soprattutto con il cantautorato italiano. Alcuni artisti li ho citati precedentemente, ma come non citare Battisti, Battiato, Dalla e Ivan Graziani, sicuramente tra i più incisivi per me... Ma poi Rino Gaetano, Luigi Tenco, dei pilastri. Per quanto riguarda il mio futuro, non lo so... Non so bene ancora come gestire questo presente, così pieno, dolce e difficile... ma spero che le mie canzoni diventino un momento di condivisione con qualcuno lì fuori, che si senta come me.

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