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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Palatino, riaprono dopo 30 anni i Giardini Farnese

Il 21 aprile riapriremo sette luoghi unici. Le sette meraviglie riaperte al pubblico saranno Santa Maria Antiqua, il tempio di Romolo, il Criptoportico neroniano, la casa di Livia, la casa di Augusto, il museo del Palatino e l'Aula Isiaca". A dirlo il direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, a margine della presentazione di un nuovo percorso all'interno degli Horti farnesiani al Palatino. "Il biglietto speciale per visitarle sara' di 18 euro- specifica- e comprenderà anche il normale percorso di visita, oltre a un racconto multimediale".

Il Palatino oggi ha svelato intanto il suo giardino segreto e con una mostra racconta gli Horti farnesiani, uno dei luoghi più celebri e simbolici della Roma rinascimentale e barocca. Il giardino, allestito a partire dalla metà del Cinquecento dal cardinale Alessandro Farnese, è protagonista di un restauro iniziato nel 2013 dalla Soprintendenza speciale e portato avanti oggi dal Parco archeologico del Colosseo che riapre al pubblico dopo oltre 30 anni le grandi Uccelliere e il Ninfeo della pioggia, dove tecnologie immersive raccontano le meraviglie degli Horti, mentre il Teatro del fontanone, una fontana che adorna la scalinata che porta in cima al Palatino, è stato completamente liberato dalle incrostazioni e dalle piante.

"Questo è un luogo straordinario, unico al mondo, che viene restituito al pubblico con un percorso alternativo a quello ordinario", racconta il direttore del Parco archeologico, Alfonsina Russo, che spiega come l'obiettivo sia la riapertura di tutti gli Horti farnesiani, luogo amato anche dai protagonisti del Grand tour, a partire da Goethe. "Dopo il restauro delle Uccelliere, interverremo anche sul Ninfeo della pioggia che adesso abbiamo soltanto messo in sicurezza. Ma abbiamo uno sponsor grazie a cui potremo restaurarlo. Poi, la prossima estate, grazie a un accordo con la Sapienza , metteremo in piedi una Summer school con cui inizieremo il restauro dei giardini con le piante originali". Anche la Casina Farnese verrà riaperta, ma "dovremo farlo con visite guidate di un massimo di 25 persone, perchè ci sono problemi di accessibilita'".

Intanto, l'area delle Uccelliere con la sua splendida vista viene riaperta con un percorso espositivo in cui spiccano due pezzi eccezionali, le sculture del Barbaro inginocchiato e di Iside fortuna, che grazie a un prestito del Museo archeologico nazionale di Napoli tornano per la prima volta nel loro sito originario in occasione della mostra, intitolata 'Il Palatino e il suo giardino segreto. Nel fascino degli Horti farnesiani', che sara' aperta al pubblico da domani al 28 ottobre 2018. "Grazie a questo percorso particolare e unico- aggiunge- il visitatore non fa solo una visita mordi e fuggi, ma ha a disposizione anche un luogo dove poter meditare e godere della bellezza di Roma"

L'itinerario della mostra, all'interno della vasta area archeologica, si snoda là dove un tempo sorgevano gli antichi giardini Farnese. Dalla via Nova, al limite del Foro Romano, fino alle Uccelliere sul colle Palatino, una pannellistica illustrata accompagna il visitatore nel racconto delle trasformazioni degli Horti. Il percorso di visita è concepito come una narrazione che prende avvio con le geometrie del verde volute dai Farnese, ripercorre la stagione del Grand tour, quando i giardini nel pieno della decadenza acquisirono quel volto romantico che tanto affascino' poeti e artisti, primo fra tutti Goethe, e termina agli inizi del Novecento, quando iniziarono le indagini archeologiche. Parte integrante della visita, raccontata dalla nuova edizione del catalogo Electa, un video mapping e il nuovo progetto di valorizzazione con tecnologie digitali immersive che, nel Ninfeo della pioggia, uno degli spazi di piacere e ricreazione progettato dai Farnese, regala un viaggio nel tempo attraverso l'impiego di sofisticati apparati multimediali. Fuori dal Ninfeo, si sale lungo una scalinata che porta direttamente davanti al Teatro del fontanone che, grazie alla pulitura, ha ritrovato l'aspetto originario. Una volta liberata dalla pesante incrostazione calcarea di gusto naturalistico, esito di un intervento tardo-ottocentesco e su cui crescevano calle e capelveneri, sono tornati visibili il gioco d'acqua e la composizione di vasche sovrapposte: l'acqua torna a scorrere in successive cascatelle e termina nella grande vasca. Superata la fontana, si arriva alle due grandi Uccelliere, dove vengono esposti anche i due giganteschi busti di Daci prigionieri che, nel Seicento, decoravano il criptoportico d'accesso al Ninfeo della pioggia. "La mostra- spiega il curatore, Giuseppe Morganti- e' un altro capitolo di un riavvicinamento, direi una riscoperta, di un aspetto del Palatino diverso da quello con cui il grande pubblico e' abituato ad avvicinarlo. Per un periodo, gli Horti sono rimasti aperti senza custodia, tanto che sulle pareti delle Uccelliere sono ancora visibili i graffiti che venivano incisi. Poi, negli Ottanta sono stati chiusi al pubblico e oggi, dopo piu' di 30 anni, vengono restituiti alla fruizione". [FONTE AGENZIA DIRE]

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