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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Le leggende di via della Gatta

Secondo alcune leggende la statua della Gatta all'angolo di Palazzo Grazioli indicherebbe con lo sguardo un tesoro

Sul cornicione di Palazzo Grazioli, nel centro di Roma, si trova una particolarissima statua di una gatta che a lungo ha stuzzicato la fantasia popolare ispirando diverse leggende.

Posta in un angolo posteriore dell’edificio, la gatta dà il nome all’omonima via, traversa di Via del Plebiscito, e precedentemente anche ad una Piazza della Gatta, poi diventata Piazza Grazioli.

Il palazzo, oggi famoso per essere stato a lungo la residenza romana di Silvio Berlusconi nonché sede del suo “parlamentino”, fu realizzato da Giacomo della Porta nel ‘500 per la famiglia Ercolani, per poi divenire a metà dell’800 la dimora nobiliare del commendatore Vincenzo Grazioli.

Fu durante il restauro del 1874 ad opera dell’architetto Antonio Sarti che venne deciso di collocare, nel luogo dove ancora oggi si trova, una gatta marmorea rinvenuta nel vicino Tempio di Iside. Non sono chiari i motivi per cui la gatta venne inserita proprio in quell’angolo ma i romani cercarono di spiegarli con almeno tre leggende.

La storia più nota vorrebbe infatti che una gatta avesse salvato la vita di un bambino in pericolo in bilico sul cornicione avvertendo la madre distratta con i suoi miagolii. La statua sarebbe così stata posta in onore del felino proprio nel punto da cui il piccolo rischiava di cadere.

Simile è anche un’altra leggenda in cui la gatta è nuovamente un’eroina e per questo meritevole di essere ricordata. In questo caso si tratterebbe però di un incendio notturno divampato nella zona che non avrebbe fatto vittime o eccessivi danni proprio perché la gatta avrebbe svegliato gli abitanti anche stavolta miagolando.

In tanti poi sono stati affascinati ed allettati da una terza leggenda che narra di un ricchissimo e mitico tesoro nascosto in un luogo verso il quale la gatta punta il suo sguardo. In quella direzione vi è però soltanto la Biblioteca Rispoli, senz’altro ricca di tesori ma di certo non di monete d’oro.

È probabile che nella sua concezione originaria la gatta rappresentasse la divinità egizia Bastet, una delle figure più importanti e venerate soprattutto nel Basso Egitto. L’attribuzione a Bastet di caratteristiche femminili, materne e protettive unite alle sue sembianze feline farebbero quindi propendere per una maggiore veridicità della prima leggenda con la quale questa figura ben si accorda.

Non si tratta comunque dell’unica statua proveniente dal tempio di Iside poi ricollocata in punti particolari ed insoliti della città. Il complesso in Campo Marzio dedicato ad Iside e a Serapide comprendeva infatti anche il piedone di marmo di Via Pie’ di Marmo, l’obelisco del Pantheon e quello dell’elefantino della Minerva, la famosa “statua parlante” di Madama Lucrezia (originariamente Iside o una sua sacerdotessa) all’angolo tra Palazzo Venezia e la Basilica di San Marco e la statua di Thot Cinocefalo comunemente chiamata “Cacco” custodita nei Musei Vaticani.

Infine è possibile trovare un rimando alla gatta di Via della Gatta anche in una piccola edicola votiva all’angolo del Palazzo Doria-Pamphilj, in cui una Madonna dell’Immacolata Concezione regge in braccio proprio una gatta.

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