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Cultura

Da Mafia Capitale a Caput Mundi: il gioco da tavola dal "sarcasmo tipicamente romano"

Due avvocati appassionati agli albori dell'inchiesta su Mafia Capitale hanno creato Caput Mundi. “E’ un gioco satirico della realtà criminale, politica e sociale capitolina, una dissacrante e realistica simulazione del cosiddetto sistema"

Cinque bande criminali si contendono la torta della Capitale. La Batteria Romana, la Brigata, i Giostrai. Nomi che non sono mai usciti nelle inchieste sulla criminalità organizzata.  E che sono il parto della fantasia di due avvocati che, agli albori dell’inchiesta su “Mafia Capitale”, hanno provato a riprodurre il sistema di corruzione e di malaffare che affligge Roma. Lo hanno fatto, realizzando un gioco da tavola: Caput Mundi.

Un dissacrante gioco da tavola

“E’  un gioco satirico della realtà criminale, politica e sociale capitolina, una dissacrante e realistica simulazione del cosiddetto sistema – spiega Gianluca, uno dei due creatori di Caput Mundi – Il gioco è ambientato in quegli anni settanta espressione di libertà, di complotti, di trasgressione, di lotta politica, in una urbe immortale popolata da loschi individui raffigurati come allegorici animali antropomorfi”. 

Lo scopo del gioco

Nel gioco da tavola, ambientato negli anni settanta, si fronteggiano 5 bande criminali con strategia di stampo mafioso, per aggiudicarsi il potere sulla città attraverso lo spaccio, la prostituzione, i furti, lo strozzinaggio, il riciclaggio, la speculazione edilizia. “Lo scopo è quello di indossare i panni del Boss di una delle 5 bande che si spartiscono Roma, fino a divenire il capo più rispettato”.

Il sarcasmo tipicamente romano

Un gioco da tavola che, tengono a precisare i suoi inventori, “non è diseducativo”. Al contrario “Caput è un gioco che potremmo definire di critica sociale, di presa di coscienza, satirico e con quella punta di sarcasmo tipicamente romano; non è educativo ma formativo perché contiene elementi di vita reale e di sociologia criminale (scienza che studia i fattori sociali del delitto indagando dei rapporti intercorrenti fra delinquenza e ambiente sociale) riproducendo fedelmente la società corrotta che ci circonda; si rivolge ad un pubblico di ragazzi con più di 14 anni che dovrebbe già essere perfettamente in grado di discernere il bene dal male cogliendo la dissacrazione e l’ironia del gioco”.

Imparare giocando

Il gioco, come diceva lo scritto argentino Manguel, “sono il nostro tentativo di comprendere il mondo”. In astratto quindi, Caput Mundi potrebbe rappresentare un modo per capire i meccanismi attraverso i quali la malavita romana ha saputo creare e gestire il proprio giro d’affari. “Siamo alla ricerca di una casa editrice che abbia il coraggio di pubblicare il format” spiegano gli autori del gioco da tavola, che stanno comunque valutando anche la possibilità di autoprodurlo. Non è esclusa neppure la possibilità di lanciarlo “ricorrend ad un crowdfunding”.

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