Auditorium, ecco la nuova stagione: star, festival e rassegna per confermare i successi

L'Auditorium Parco della Musica si conferma campione d'incassi. Mentre i romani premiano il complesso di Viale de Coubertin come uno dei loro spazi culturali preferiti - come da risultato dell'ultima classifica di apprezzamento dei servizi pubblici in città - il Presidente della Fondazione Musica per Roma Aurelio Regina, presente oggi alla conferenza stampa di presentazione della stagione 2016-17 accanto a all'Amministratore Delegato José R. Dosal e all'Assessore alla Cultura della giunta Raggi Luca Bergamo, conferma il trend storico di affluenza alla struttura, rilanciando con il nuovo cartellone di appuntamenti "Stagioni delle arti".

"L'istituzione, assieme all'Accademia Santa Cecilia e alla Festa del Cinema, rappresenta a Roma quella con maggior numero di spettatori e fatturato prodotto da biglietteria" spiega Regina, al suo sesto anno di incarico alla conduzione dell'ente di promozione culturale, che quest'anno festeggia 12 anni dalla trasformazione da Spa a Fondazione. "Siamo ancora molto apprezzati dai romani. La scorsa stagione è stata premiata con una cospicua affluenza: dal 1 gennaio al 19 ottobre abbiamo registrato quasi 260 mila spettatori con circa 500 eventi in programma, per un incasso lordo di biglietteria intorno a 8,2 milioni. Con gli appuntamenti in cartellone, entro dicembre, manterremo non solo il livello di eventi ma anche il livello spettatori che hanno caratterizzato tutti questi anni."

I numeri, spiega, sono stati assicurati nel tempo, nonostante la complessità che si trovano a vivere in questi anni tutte le istituzioni culturali. "Nell'ultimo quinquennio la contribuzione pubblica alla fondazione è diminuita del 40% e oggi rappresenta in totale circa il 25%, a differenza di istituzioni che possono contare sull'80%". E ancora: "Abbiamo vissuto anche la defezione di uno dei soci fondatori, l'ex Provincia di Roma, ora area metropolitana, uscita da tutte istituzioni di cui era socio"

Nella stagione in arrivo, nuove iniziative proseguono la vocazione sempre più inclusiva dell'Auditorium, contestualmente alle intenzioni della campagna di inizio anno "Auditorium va in città" - che ha visto "invadere" molti luoghi di Roma da flash mob a passi di danza - e al restyling della Stazione flaminio in sinergia con Atac. "Tutti devono avere la possibilità di diventare cittadini di questa pagina culturale. Vogliamo creare una rete di giovani fruitori dell'Auditorium che ci segua costantemente" ha spiegato l'AD Josè R. Dosal. Tra le novità di quest'anno è previsto infatti il lancio di Auditorium Family, format di oltre 30 appuntamenti dedicato ai bambini e alle famiglie, e l'ntroduzione di una card agevolata per gli under 30. 

Della necessità di coinvolgimento dei cittadini parla anche l'Assessore Bergamo: "Trovo la programmazione molto interessante. Moltissimi romani non partecipano alle iniziative culturali. Tutti insieme ci adopereremo per capire a cosa è dovuta la mancata realizzazione del diritto di di partecipazione".

Tanti i nomi prestigiosi inclusi nel nuovo cartellone - che resta work in progress - per una commistione tra cultura, arte, musica, didattica. Se la stagione passata ha avuto l'onore di ospitare l'ultimo spettacolo della carrierda del Premio Nobel Dario Fo, scomparso lo scorso 13 ottobre, un altro Premio Nobel è in trattativa per calcare il palco dell'Auditorium: Bob Dylan. E ancora, tra gli ospiti internazionali, Patti Smith, che ha confermato la sua presenza il 13 maggio, Art Garfunkel, Omar Sosa.  Presenti in gran numero anche artisti italiani. Da Gigi proietti, che da anni lega la sua immagine e le sue performance al complesso, grazie all'ininterrotto successo dei suoi "Cavalli di battaglia" (in programma nuovamente il 31 ottobre prossimo), a Ligabue, Fiorella Mannoia, Giovanni Allevi, Baustelle, Samuele Bersani.  E poi 11 festival, tra cui Equilibrio, che quest'anno potrà contare sulla guida di Roger Salas, 170 ore di Lezioni, 250 concerti, per un totale di 500 appuntamenti. "Un ricchissimo programma è un diritto che i romani meritano", conclude José R. Dosal.