Cronache del bambino anatra
Il testo dello spettacolo è nato dopo due anni di ricerca sul campo, in cui l’autrice ha incontrato persone affette dai disturbi, genitori, insegnanti e studiosi.
Ne è scaturito uno spettacolo semplice come una fiaba, con personaggi riconoscibili (una madre, un figlio) e una struttura classica, in questo caso raccontata con salti temporali per coprire cinquant’anni di vita, dall’infanzia del figlio negli Anni Sessanta fino ai giorni nostri.
La storia comincia infatti dalla fine, dal momento del lutto di un uomo che alla scomparsa della madre ripercorre gli snodi emotivi della sua relazione.
Una madre angustiata dal senso di colpa per aver compreso il proprio figlio troppo tardi, la sua battaglia contro se stessa e i pregiudizi di una società inconsapevole, i dubbi, i nuovi modelli e gli orizzonti di una didattica che cambia fanno da sfondo ai primi anni del bambino.
La madre e il figlio dislessico sono vittime di un macrocosmo costruito su regole astratte inadeguate.
Oltre alla naturale finalità divulgativa il progetto mira con forza ad una riflessione più ampia sul rapporto che ogni essere umano ha con le sue imperfezioni e ha l’ambizione di schiudere allo spettatore un momento di arricchimento umano e di conoscenza individuale. Lo spettacolo vede protagoniste due attrici di grande qualità: l’udinese Maria Ariis e la pordenonese Carla Manzon, dirette dalla regia sapiente di Gigi Dall’Aglio.