Vox Populi: L’eterno fascino della musica popolare
Vox Populi: L’eterno fascino della musica popolare
Le mille contaminazioni tra repertorio colto e popolare nel Rinascimento e nel Barocco protagoniste di un ciclo di conversazioni in musica a cura della Fondazione Italiana per la Musica Antica
Sono dedicate alle influenze della cultura popolare sull’arte e la musica del XVI e XVII secolo le conversazioni che la FIMA - Fondazione Italiana per la Musica Antica organizza per aprire le sue attività romane della stagione 2015/16. Due appuntamenti dedicati rispettivamente alla Villanella - genere popolaresco nato della Napoli vicereale e diffusasi in tutta Europa nel corso del ‘500 - e alle mille influenze della musica popolare nel repertorio barocco. Le conversazioni, ideate per poter essere seguite anche da un pubblico non specialista, saranno basate su esecuzioni dal vivo intervallate da presentazioni multimediali che illustreranno le forme che le interazioni tra colto e popolare nella musica, nell’arte e nella società del periodo. “Le influenze della musica popolare sul repertorio colto sono probabilmente più antiche di quanto le fonti a noi note consentono di stabilire”, ha dichiarato Andrea Damiani, presidente della FIMA, “ed accompagnano la musica lungo tutta la sua storia. Il periodo che va dal Rinascimento al Barocco, oltre ad apparire particolarmente ricco su questo versante, offre alcuni degli esempi più gustosi ed immediatamente leggibili di questo legame. Per questa ragione riteniamo che l’argomento sia uno tra i più adatti per avvicinarsi al mondo della cosiddetta ‘musica antica’” o per approfondirne la conoscenza se già lo si conosce e lo si ama”. Gli incontri sono affidati a Giovanni Cappiello, musicologo della Fondazione, specialista della divulgazione musicale, che sarà affiancato da alcuni dei più giovani e interessanti musicisti della scena romana dell’early music. Entrambi gli appuntamenti si terranno presso lo splendido Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, in Piazza della Chiesa Nuova, a Roma. Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
Villanella ch'all'acqua vaje
Origini napoletane e fasti continentali di un genere fortunato
21 Novembre 2015, ore 17.30
Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, Piazza della Chiesa Nuova, 18, Roma
Nel complesso arcipelago della musica rinascimentale la canzone villanesca rappresenta sicuramente il punto di attracco meno tempestoso. Frutto del particolare clima sociale ed artistico sviluppatosi a Napoli nel corso dei primi decenni del Cinquecento, la villanella conobbe, per circostanze non meno singolari, una fortuna che la portò ad essere per oltre un secolo uno dei generi più frequentati dai musicisti italiani ed europei. L’incontro con diverse tradizioni musicali, l’evoluzione del gusto negli anni che dal Rinascimento maturo portarono al Barocco ne modificarono la fisionomia lasciandone tuttavia inalterate le caratteristiche genetiche di freschezza e spontaneità nelle musiche e, nei testi, le arguzie un umorismo sapido e gli slanci di un sentimentalismo semplice e schietto.
Musiche di Anonimo, Baldassarre Donato, Filippo Azzaiolo, Domenico da Nola, Adrian Willaert, Giovanni Girolamo Kapsberger, Orlando di Lasso
Giovanni Cappiello, musicologo
Lucia Franzina, soprano
Simona Braida, mezzosoprano
Riccardo Pisani, tenore
Francesco Tomasi, liuto, tiorba, chitarra barocca
La Cetra e la Sampogna
Voci, suoni, colori del barocco popolare
5 Dicembre 2015, ore 17.30
Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, Piazza della Chiesa Nuova, 18, Roma
Il Barocco è il momento in cui l'uomo più o meno consciamente si rende conto che la varietà del mondo non è un suo aspetto accidentale, una superficie illusoria pronta a dissolversi davanti alle armi della fede o della ragione, ma che al contrario costituisce uno degli aspetti più essenziali della vita degli uomini e delle cose. Chiamato a confrontarsi con una tale, vertiginosa complessità, lo sguardo si fa più acuto, anche se forse più disincantato; e anche la stratificazione della società, sintomo della ineliminabile molteplicità della vita, diventa un fenomeno da osservare con curiosità e attenzione attraverso la lente del filosofo o dell'artista. L'elemento popolare assume allora nell'arte e nella musica un’inedita gamma di sfaccettature che sfondano gli angusti limiti del comico e del grottesco che avevano caratterizzato l'immagine dei ceti più umili nel corso del XVI secolo. Paralleli e confronti tra opere figurative e musicali consentono di esplorare questa ricchezza di elementi accomunati dalla rustica inventiva, dalla stravenata energia e dalla sapida esplosione dei contrasti che anche le espressioni artistiche più raffinate accoglievano in sé come cifra più autentica dell'espressione popolare.
Musiche di Kapsberger, Fasolo, Frescobaldi, Provenzale, A. Scarlatti, Caresana, Merula, Marais Rameau
Giovanni Cappiello, musicologo
Lucia Franzina, soprano
Riccardo Pisani, tenore
Silvia De Maria, viola da gamba
Sara Osenda, spinetta