Pink Floyd Legend "Dark Side of the Moon - 40th"
Dopo i recenti successi ottenuti con lo spettacolo Atom Heart Mother conclusi con i 2 consecutivi sold-out all'Auditorium della Conciliazione ed al Teatro Olimpico, i PinkFloydLegend si ripresentano al pubblico con un nuovo progetto che li riporta alle radici del pensiero pinkfloydiano.
La volontà è quella di accantonare momentaneamente orchestre e strumenti classici in genere per ritrovare quella sonorità tipica del quartetto Gilmour-Mason-Waters-Wright e ricreare quelle atmosfere che solo una formazione "essenziale" può fare.
Il live fatto a Pompei, la suite Atom Heart Mother, gli album Wish You Were Here e Animals nel tour In The Flesh del 1977 fino ad arrivare all'intimo The Final Cut, sono delle vere e proprie perle ognuna delle quali brilla di luce propria. Non a caso ognuno di questi capolavori viene riproposto fedelmente dai PFL in piazze e teatri a seconda delle esigenze che ogni tipologia di allestimento richiede.
Questa volta, invece, i PFL ripresentano questo capolavoro come sempre nella maniera più fedele, utilizzando i video dell'epoca (il tour di Dark Side segna l'inizio per i Pink Floyd dell'utilizzo dello schermo circolare a supporto visivo della musica), gli strumenti e le parti originali, il tutto arricchito da effetti speciali, come l'esplosione dell'aereo su On The Run o l'utilizzo del laser.
Considerato come il capolavoro assoluto dei Pink Floyd, Dark Side of the Moon è un disco entrato nel mito, per numero di copie vendute, per la tecnica di registrazione, per i temi proposti, per la bellezza e, per certi versi, anche per la semplicità delle melodie, e segna l'inizio della maturità artistica dei Pink Floyd.
Quelle nuove sonorità, già presenti in forma rudimentale in Meddle e Obscured By Clouds, e che a loro volta segnano il passaggio dalle atmosfere psichedeliche e dai tentativi progressive di Atom Heart Mother, fanno esplodere tutto il loro potenziale lirico, melodico e tecnico dei quattro Floyd. Il pianto di Waters dopo l'ascolto del missaggio finale dell'album la dicono tutta sulla bontà e la grandezza del progetto.
Il battito cardiaco che introduce e chiude l'album, accompagna l'ascoltatore in un viaggio che è la nostra stessa vita, partendo dal primo respiro della nascita (Breathe), attraversando le paure dell'uomo (il tempo che passa, la morte), per arrivare alle ossessioni (il denaro) e alle follie dei nostri tempi (la guerra). Già si vedono quei temi di critica sociale cari a Waters che verranno approfonditi in Wish You Were Here edAnimals e che troveranno la definitiva e stabile collocazione in The Wall.
A impreziosire e consegnare al mito il tutto, ecco il genio Alan Parson che fa letteralmente esplodere il suono fuori dal disco, conferendogli una tridimensionalità e una atemporalità incredibile per quelle che sono le tecniche di registrazione dell'epoca. Per questo Dark Side è un disco senza tempo, da sembrare scritto e suonato nel futuro tanto è attuale nei contenuti e nella resa sonora.