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Concerto Primo Maggio 2011: i voti ai cantanti

Le pagelle ai cantanti saliti sul palco di Piazza San Giovanni. Promossi a pieni voti Subsonica e Caparezza. Bene Daniele Silvestri. Piccola insufficienza per le perfomance più classiche

subsonica2_1 Le pagelle ai cantanti saliti sul palco di Piazza San Giovanni. Promossi a pieni voti Subsonica e Caparezza. Bene Daniele Silvestri. Piccola insufficienza per le perfomance più classiche. Se la cavano Morricone e il duo Dalla De Gregori. Il primo, decisamente fuori luogo al Concertone, compone e dirige una composizione mostruosamente bella. I secondi sorprendono per la freschezza dei brani proposti.


Eugenio Finardi - 6,5.
Aprire il concerto non è facile. Gli affidano il compito di farlo con l'inno di Mameli. Se la cava discretamente, arrotondando poi con il suo repertorio più classico.

Luca Barbarossa - 6,5
. Un voto in più per la maglietta contro il nucleare. Per il resto performance mediocre, con invasioni nel reggae che decisamente non gli appartengono. Si riprende nel duetto con Marcorè.

Modena City Ramblers - 5
. I Cento passi prima e Bella Ciao poi. Non è Primo Maggio senza questi due classici. Qualcosa però non convince. La piazza si infiamma, ma non come negli anni passati.

Giuliano Palma and the Bluebeaters con Nina Zilli - 6
. Perfomance che strappa la sufficenza. Replica alcuni suoi grandi successi. Secondo noi però poteva scegliere meglio i brani. Piace il duetto con Nina Zilli.

Edoardo Bennato - 7
. Anche lui un classico, ma declinato con quel pizzico di novità che non guasta.

Bandabardò e Peppe Voltarelli - 5,5. La piazza si infiamma, ma meno di altre volte. Altro grande classico del Primo Maggio. Qualcosa però non convince: questione di sensazioni.

Daniele Silvestri - 7,5. Furbo nel giocarsi la carta "Salirò". Audace nel presentare brani nuovi. Poteva spararsi Cohiba, ma avrebbe fatto la fine dei Modena e della Bandabardò. Decisamente uno dei migliori della serata.

Subsonica - 8,5. E' il gruppo italiano più moderno: la frase è scontata, ma mai così azzeccata. Anche la loro performance mette in campo questa originalità che rende freschi anche pezzi del loro vecchio repertorio. Suggestiva la nuova Istrice.

Ennio Morricone e l’Orchestra Roma Sinfonietta con “L’elegia per l’Italia” - 7. Non da Concertone. Si è detto che la piazza è ammutolita per rispetto. Più onesto dire che l'ha fatto per noia o disinteresse. Ciò detto la composizione è un capolavoro che pesca in territori musicali davvero unici. Morricone è un mostro e l'orchestra l'ha seguito alla grande.

Caparezza - 9,5. Il più acclamato, il più pronto ad osare, il più desideroso di darsi. La piazza esplode con le sue canzoni. Lui sul palco dà spettacolo, con satira pungente e per nulla attenta alla par condicio. Riesce a far sembrare ancora figo Tony Hadley degli Spandau. Porta sul palco Alborosie, si diverte e fa divertire. Chiude e durante la pubblicità vorrebbe cantare, ma la produzione lo ferma. La piazza si infuria e Marcorè è costretto a richiamarlo per fargli raccogliere la giusta acclamazione.

Lucio Dalla e Francesco De Gregori - 7. Pezzo forte del concertone, fanno il loro alla grande. Fanno cantare e inaspettatamente divertire. Notevole la versione de "L'agnello di Dio". Un pò troppo scontata Viva L'Italia.
 

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