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Cinema

Le sezione del "Festival del Film di Roma 2010": "Alice nella città"

Alice nella città è una sezione che punta decisa alle giovani generazioni, per soddisfare e incrementare, la curiosità di addetti ai lavori, appassionati di cinema e semplici curiosi

L a prima assoluta del musical-politico Leila, aprirè il concorso della sezione “Alice nella Città”.  Il film, diretto da Audrey Estrougo (Regarde-moi), immerso nelle atmosfere musicali anni ‘60 e ‘70 che accompagnano la storia di un amore complicato, avrà sullo sfondo le manifestazioni per i diritti dei sans-papiers che a Parigi sfociarono nell’occupazione della chiesa di Saint-Bernard. Film a contrasto che interferiscono con il presente e storie dalla forte vocazione sociale, come nel debutto alla regia del 'banlieue movie' , “Tête de Turc” di Pascal Elbé, che sembrano scegliere l’adolescenza come terreno di scontro per rivelare la disobbedienza al male, Adem, all’errore, a quello che c’è di sbagliato nella vita, Matching Jack; tema che nel documentario di Felice Cappa, Evento Speciale - Un sasso nello stagno, fa da sfondo ad un ritratto inedito dedicato a Gianni Rodari. Massimo Natale con il suo primo film, “L’Estate di Martino”, attraverso una favola contemporanea, sfuma invece i colori più neri dei misteri legati alle cronache di una tragica estate italiana del 1980.

Il fulminante esordio di Kaspar Munk, “Hold om mig”, ci racconta una violenza choc compiuta a scuola e le estreme conseguenze di un gesto irresponsabile.
Un viaggio tra le aule del cinema che attraversa tutto il Festival e che nel progetto di Salvatore Mereu filmato da Michele Mossa, “Evento Speciale - Asse mediano”, ci racconta la scuola come luogo dell’accoglienza, per trasformarsi poi, nel documentario del premio Oscar Davis Guggenheim, “Waiting for ‘Superman’”, in una feroce analisi sul fallimento del sistema educativo americano.
Il film di Christian Molina, “I want to be a soldier”, con Valeria Marini al suo debutto nel ruolo di produttrice, ci racconta l’abbandono e gli stati d’animo prodotti da questa minaccia. Oltre a questo, l’idea di riconnettersi a una memoria presente, nell’intenso e sorprendente film “Herois” di Pau Freixas e nel road movie “My Brothers” di Paul Fraser; c’è un viaggio alla ricerca di un’infanzia dimenticata nel ritorno alla regia di Sam Garbarski che, dopo il successo di Irina Palm, firma “Quartier lointain”, adattamento dell’omonimo manga cult giapponese di Jiro Taniguchi.

Percorsi a contrasto, quasi schizofrenici dove, come da tradizione, l’incontro con i fenomeni dalle strategie più spericolate, “Winx Club 3D – Magica avventura”, si miscelano con i paradossi dell’adolescenza evidenziati da Laís Bodanzky, “As melhores coisas do mundo”, e con l’irresponsabilità d’infanzia e le minacce dell’età adulta del film colombiano, “Los colores de la montaña” firmato da Carlos César Arbeláez.
Angolazioni che nel film di Belinda Chayko, Lou ribaltano le prospettive più scontate e che rivelano per Ian Power, The Runway, la forza rivoluzionaria di questa meravigliosa età del dissenso. Guardiamoli da vicino, potremmo convincerci che ogni cosa potrà e verrà reinventata.

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