Cerini al Teatro Testaccio
Dopo quindici anni d'assenza dal palcoscenico, lo scorso settembre è tornato a tener compagnia al pubblico siciliano lo spettacolo Cerini scritto e diretto dall'autore attore regista siciliano Antonio Caruso. Lo spettacolo, domenica 27 gennaio farà il suo ingresso nella capitale, in rassegna al Teatro Testaccio – con inizio alle ore 18,00. L'evento di giorno 27 al Testaccio rappresenta in qualche modo il ritorno dell'opera alla sua destinazione originaria, in considerazione del fatto che il testo scritto nel 1997 era stato commissionato da una regista siciliana per essere rappresentato in quel periodo proprio a Roma. Il progetto poi non andò in porto, e negli anni successivi Cerini fu rivisto, modificato, riscritto sino al gennaio 2003, anno del suo debutto in Sicilia. Il testo, mette in mostra personaggi con "vite apparenti" che si rivelano venendo fuori dagli schemi dell'abitudine, dell'inquietudine, della paura di vivere. Si raccontano le anomalie della natura umana, confusa e nascosta dietro maschere. I personaggi finiscono così per essere multipersonalità - a volte “giocando come adulti”, altre volte divenendo “seri come bambini”. L'edizione 2003 vedeva in scena, oltre lo stesso autore-regista Antonio Caruso, il generoso talento dell'attore Fabio Dulzetto scomparso prematuramente nel 2011. L'edizione attuale di Cerini prende le distanze dall'edizione precedente per tentare di sviluppare un percorso fatto anche di sfumature. La scrittura di Caruso nell'ultimo decennio si è orientata verso altre tematiche e con una idea stessa del teatro differente; nonostante ciò si è voluto mettere in scena questo testo con la certezza che l'opera contenga in sé altri e nuovi motivi di interesse che vanno oltre il sorriso e l'ironia. Nuova la coppia di protagonisti impegnati nello spettacolo: Antonio Starrantino e Alessio Sapienza, talentuosi giovani attori con già un più che discreto bagaglio di esperienze e, dettaglio non da poco, con in comune l'avere avuto entrambi la presenza di Antonio Caruso nel loro bagaglio di formazione. Eh già perché l'attività di Antonio Caruso da fine anni ottanta ad oggi si è sempre divisa tra il palco come attore, la regia, la scrittura come autore e l'insegnamento della recitazione (più come attività da ricercatore che come dispensatore di tecniche e nozioni), credendo nella giustezza dell'affermazione di Jean Duvignaud quando diceva che il “teatro è molto più del teatro stesso”. Adesso però è il momento di accendere i Cerini al Teatro Testaccio e dunque ecco in breve la trama: Federico è un giovane professore universitario, Max, un nomade senza impiego stabile, rappresentante di varie cose (come prodotti di pseudomedicina alternativa, peluche ecc, ecc... Sono entrambi legati per motivi diversi alla stessa donna: Donatella. Quest’ultima è partita per imprecisati motivi disponendo (attraverso messaggi in segreteria) che Max, con il quale ha convissuto per alcuni anni, rimanga nella casa di lei per dieci giorni (essendo quest'ultimo di passaggio in città e non sapendo dove dimorare). In casa però abita l’attuale compagno di Donatella, il prof. Federico. Max e Federico saranno costretti a coabitare per conoscersi e riconoscersi, volenti o nolenti. Dopo i primi giorni con un clima da ring, i due finiranno per confrontarsi e scoprirsi simili, malgrado le superficiali differenze e le maschere indossate. Il finale ovviamente non lo sveleremo. Scena essenziale in un gioco di bianco e nero con l'intento di ricreare un parvenza di salotto\soggiorno d'appartamento e elementi grafici dello stesso Caruso sulle pareti Voce fuori scena di Valentina Puccini, aiutoregia Donatella Marù. Appuntamento dunque domenica 27 gennaio, ore 18,00 Teatro Testaccio, via Romolo Gessi 8, Roma.