Acqua di colonia: presentazione al Teatro Argentina
Lunedì 6 febbraio (ore 17) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina si terrà la presentazione del libro Acqua di colonia, ultimo lavoro del duo Elvira Frosini e Daniele Timpano, edito da CuePress, in cui la coppia di irriverenti della scena teatrale affronta il tema del Colonialismo italiano e dell’immaginario stereotipo sull’Africa, affrontando le radici storiche del pensiero paternalistico e razzista europeo. Introducono la presentazione Lorenzo Pavolini e Attilio Scarpellini con Igiaba Scego, letture di Lucia Mascino e Valerio Aprea. Dal testo alla scena, Acqua di colonia è soprattutto uno spettacolo in programmazione al Teatro India dal 28 febbraio al 2 marzo, nell’ambito della retrospettiva dedicata ai due artisti.
Una storia rimossa e negata, che dura sessant’anni. Inizia già nell’Ottocento, ma nell’immaginario comune si riduce ai cinque anni dell’Impero Fascista. Altri tempi? Acqua passata? Acqua di colonia. Vista dall’Italia, anche oggi, l’Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell’Ottocento.
Come durante il colonialismo l’Africa era per la popolazione italiana un concetto o una pura astrazione, così oggi, ci dice il duo Frosini/Timpano: «I profughi, i migranti, che ci troviamo intorno, sull’autobus, per strada sono astratti, immagini, corpi, realtà la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente». E i postumi dell’età coloniale ci appaiono: «come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso, come un macigno. Abbiamo lavorato su tutto l’immaginario della parte degli italiani bianchi – chiariscono – non parliamo dell’altra parte, né dei migranti di oggi. Questo immaginario ci porta però anche di fronte all’attuale migrazione, perché il nostro sistema di pensiero è ancora molto fondato su quello stesso sguardo di allora. Come se ci fosse rimasto attaccato addosso – di certo più di quanto ne siamo consapevoli. Siamo tutti infarciti di questo pensiero anche perché la storia colonialista è quasi del tutto ignorata a scuola». Una vera e propria lezione di storia raccontata con l’inconfondibile stile irriverente della coppia Frosini/ Timpano, i quali, a partire dal mito abusato e frainteso di un Pier Paolo Pasolini ‘à la mode’, sciorinano fatti storici, documenti e mitologie contemporanee frantumando l’utopia (già in polvere) della società post-razziale. Acqua di colonia è quindi una metafora, «un gioco di parole che evoca anche un gesto piratesco. Che racconta che oggi profumiamo e non puzziamo più dei nostri misfatti. E anche di quel Mediterraneo che è acqua che unisce e divide, che è vasta area di tragedie quotidiane. A lungo il blu del mare e il giallo del sole sono state le immagini che tenevamo in mente, accanto a quella di una boccetta di profumo a forma di donna nera, quella della copertina».