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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Saldi estivi negozi di Roma: dal Codacons la Top Ten degli inganni

Il Codacons annuncia, per la stagione dei saldi 2010 a Roma, una spesa per famiglia di circa 200 euro e presenta una Top Ten delle proteste giunte dai consumatori in merito a violazioni sugli sconti nei negozi della capitale

Sono terminati i saldi nei negozi di Roma, il Lazio è stata la prima Regione ha terminare il periodo dei saldi estivi. Il Codacons annuncia un primo bilancio per questa stagione ed informa che la spesa per famiglia non è andata oltre i 200 euro e gli acquisti sono rimasti stabili rispetto a quelli effettuati nel 2009.

Quindi, secondo Codacons, non vi è stato nessun segnale di miglioramento rispetto all'anno passato. A sollevare la media, comunque, sono stati i negozi di alta moda al centro della città, mentre invece non è andata meglio per i negozi situati più in periferia.

Inoltre il Codacons presenta una vera e propria Top Ten delle violazioni e degli abusi segnalati dai consumatori per i negozi della capitale, ai primi posti si trovano le scritte grandi ed ingannevoli che annunciano grandi sconti e la presenza di falsi saldi con merce scadente o fuori moda.

Di seguito la lista delle segnalazioni pervenute al Codacons per i negozi della capitale:

1) Scritte ingannevoli. Spesso manifesti giganti annunciano "sconti del 50%" o addirittura "Tutto al 50%" ma quando ci si presenta alla cassa si scopre che non è così.
2) Sconti falsi. Per invogliare il consumatore a comprare, si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto. In alcuni casi il prezzo in saldo è identico al precedente.
3) Fondi di magazzino. Invece di vendere i capi della stagione appena conclusa, vendono merce fuori moda.
4) Cambio merce difettosa. Viene negato il diritto di cambiare la merce difettosa
5) Capi mischiati. Per evitare equivoci la legge prescrive che la merce in saldo deve essere separata in modo chiaro e inequivoco dall'altra.
6) Cartellini assenti. Non vengono indicate tutte e tre le scritte previste: vecchio prezzo, nuovo e sconto applicato.
7) Vetrine coperte. Non consentono di vedere la merce da fuori, costringendoti ad entrare.
8) Prova dei capi. Non è obbligatoria, ma perché negarla solo in occasione dei saldi?
9) Commesse frettolose. Nessuno ti dà retta, risposte a monosillabi, talvolta poco garbate.
10) Carta di credito. Il commerciante rifiuta forme di pagamento elettronico.

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