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Economia

Anche le banche chiudono: a piazza di Spagna e Trastevere niente più Unicredit

Entro giugno chiuderanno le storiche sedi Unicredit di piazza di Spagna e Trastevere. La Uilca lancia l'allarme occupazione nel settore bancario: "Le Istituzioni restituiscano un ruolo alla Banca Romana"

Allarme occupazione nel settore bancario. Dieci agenzie Unicredit chiuderanno i battenti entro giugno, tra queste anche le storiche sedi di piazza di Spagna e Trastevere. Chiusure tanto sconcertanti quanto insignificanti se guardiamo allo spietato piano industriale 2013-2014. Scompariranno infatti, a livello nazionale, 110 agenzie nel 2013 e ben 240 nel 2014. E parliamo solo di Unicredit...

ALLARME UILCA - A lanciare il preoccupante grido d'aiuto è la Uilca, sindacato dei lavoratori delle imprese operanti nel settore bancario, assicurativo ed esattoriale. Due le principali cause del collasso del sistema bancario: la crisi economica dal 2008 ad oggi e la riforma Fornero sulle pensioni.

LA CRISI ECONOMICA - “Nessuno vede la luce in fondo al tunnel - ci spiega un rappresentante dell'Associazione, - l'economia è ferma, l'Italia è ferma, e lo sono anche le banche”. In una situazione di crisi così complessa, molte piccole e medie imprese non si trovano in condizioni economiche tali da poter colmare i debiti con le banche; le banche non hanno quindi soldi da investire sul territorio e sulle attività locali; le attività, a loro volta, non possono acquisire personale. Un cane che si morde la coda.

LA RIFORMA FORNERO - A questo circolo vizioso si aggiunge la Riforma Fornero: “Avevamo previsto 3.500 pensionamenti per il 2011. Saremmo stati in grado di rioccupare quelle posizioni con contratti a tempo indeterminato - aggiunge il sindacalista, - ma di quei 3.500 solo 800 sono riusciti ad andare in pensione e ora la banca se li deve tenere”. Non è difficile interpretare queste parole. Personale anziano, più qualificato e più costoso. Più spese per il personale e quindi minore capacità di investimento. Assenza di posti di lavoro per i giovani e disoccupazione. “Danno per i lavoratori, danno per le imprese e danno per le aziende che vanno in fallimento”.

POTERE AL NORD - Catastrofica la situazione regionale: e romana in particolare. La Uilca lamenta come, dopo l'acquisto di Capitalia da parte di Unicredit, tutto il potere bancario si sia trasferito al Nord: “Roma non ha più quella che un tempo era la sua Banca forte. Non abbiamo più potere, i cervelli se ne vanno e la Capitale ha perso dai 20.000 ai 25.000 posti di lavoro”.

CONFRONTO CON LE ISTITUZIONI - Il Sindacato non intende rassegnarsi e continua a cercare un confronto con le Autorità, dal nazionale al locale. In tempi di campagna elettorale l'Associazione ha incontrato i candidati sindaco Alemanno, Marino e Marchini, chiedendo alla prossima Amministrazione Capitolina di restituire un ruolo alla banca romana: “Nelle banche ci sono i soldi dei cittadini. Se la banca non investe sul territorio, sono i cittadini stessi a risentirne. Con Ggl Cisl e Uil studieremo senz'altro qualcosa”.

L'ERA DEL WEB - Un altro intervento è stato quello di prolungare fino alle 20.00 l'orario lavorativo dei dipendenti bancari, per far fronte all'eccesso di personale seguìto al forte sviluppo del digitale.

IL 'MODELLO CINEMA' - “Temiamo che anche le banche seguiranno il 'Modello Cinema': invece di tanti piccoli cinema, un'enorme multisala; come del resto è avvenuto con la grande distribuzione e la nascita dei centri commerciali. Forse questo sarà anche il destino delle banche. Certo, a costo di esuberi e di cittadini che non avranno più la loro filiale sotto casa”, conclude amareggiato il sindacalista.

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