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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Deficit sanitario: in arrivo il taglio di 3000 posti letto

Ad annunciarlo la Cisl: "La Polverini punta ad ottenere lo sblocco dei Fondi per le aree sottosviluppate (Fas), per quanto riguarda la quota che ricopre il disavanzo sanitario: circa 420 milioni"

Lacrime e sangue. Sarebbe pieno di sacrifici il piano di rientro dal deficit sanitario che la Polverini presenterà domani per provare a sbloccare i fondi Fas. Ad anticiparlo la Cisl del Lazio. Il piano, secondo quanto riferito dalla Cisl, prevede il taglio di 3000 posti letto.

"Presentando il piano la Polverini punta ad ottenere lo sblocco dei Fondi per le aree sottosviluppate (Fas), per quanto riguarda la quota che ricopre il disavanzo sanitario: circa 420 milioni". Nello specifico il sindacato ha fatto sapere che i tagli riguarderanno 1300-1500 posti letto per acuti, 900 per riabilitazione e 600 per lunga degenza.

La Cisl del Lazio ha per questo chiesto urgentemente "un incontro con la Polverini prima della presentazione del Piano per esporre le sue intenzioni ai sindacati e pronunciarsi sull'abolizione dei ticket per disabili e per anziani non autosufficienti".

Il sindacato ha anche chiesto al presidente Polverini di abolire il ticket previsto dal commissario Guzzanti: "Oltre al ticket per i disabili, il commissario ad acta Elio Guzzanti aveva previsto anche l'abolizione dell'assistenza indiretta per anziani non autosufficienti e per pazienti affetti da tumori. Per queste ultime due categorie il decreto entra in vigore da oggi".

La Cisl ha spiegato che il "decreto numero 31 dello scorso primo aprile infatti prevede l'abolizione del contributo a carico delle Asl di residenza dei pazienti, che è di 19 euro per giornata di degenza in case di cura non accreditate (per lungodegenza riabilitativa). Il contributo erra previsto dal 2002 per tutti quei pazienti che necessitavano di ricovero per lungodegenza e dove le attese in strutture pubbliche e accreditate superavano i 15 giorni".

Il sindacato ha spiegato che "lo stesso decreto prevedeva il rimborso a carico della Asl di residenza delle prestazioni ambulatoriali di radioterapia usufruite presso strutture private, quando i tempi di attesa nelle strutture pubbliche non erano compatibili con il piano terapeutico".

La Cisl ha ricordato che i tempi medi di attesa per questo tipi di terapia nelle strutture pubbliche ed accreditate si aggirano intorno ai 3-4 mesi. Per il segretario regionale della Cisl del Lazio, Tommaso Ausili, "questo provvedimento significherà ancora una volta l'aumento dei costi a carico dei cittadini malati di tumore, già fortemente colpiti da ticket aggiuntivi su farmaceutica e diagnostica. E' noto infatti che per la radioterapia le liste di attesa superano i tempi massimi previsti, oltre che i tempi compatibili con i piani ".
 

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