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Primi segnali di ripresa: le piccole e medie imprese iniziano a vedere la luce

Presentata questa mattina "l'indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese di Roma e Lazio - Consuntivo II semestre 2013 Aspettative I semestre 2014"

"Iniziano a volare le prime rondini sull'economia del Lazio, ma è ancora presto per rivedere la primavera. Concretamente: si può parlare di un minore pessimismo ma non di un vero ottimismo". Ha esordito così Lorenzo Tagliavanti, presidente Cna di Roma e Lazio alla conferenza stampa di questa mattina che presentava "l'indagine congiunturale sulle piccole e medie imprese di Roma e Lazio - Consuntivo II semestre 2013 Aspettative I semestre 2014". 

UNA LENTA RIPRESA - L'indagine, condotta su un campione di 500 imprese laziali, dimostra come dopo un periodo di crisi profonda stia iniziando una, seppur lenta, inversione di tendenza. Nello stesso periodo l'anno scorso la situazione era pesantemente negativa e, ha precisato Guido Fabiani, assessore Attività produttive e Sviluppo economico Regione Lazio, "dopo una crisi così pesante però non ci si poteva aspettare una strepitosa crescita. La ripresa c'è ma non si deve abbassare la guardia. Si deve anzi spingere a fare uno sforzo aggiuntivo per agganciare al meglio la ripresa dell'Italia e del Lazio". 

PIL - Segnali positivi sono ad esempio il Coin-Cer, indicatore che registra l'andamento del PIL. I dati evidenziano una contenuta ripresa economica che prevede per il Lazio un aumento del pil dell'1% annuo, in linea con la media nazionale dell 1,1%. 

LE AZIENDE - "Si sta uscendo finalmente da quella situazione in cui dominava la necessità di rispondere ai grandi shock della crisi finanziaria e dei debiti sovrani, in cui sostanzialmente le scelte nazionali", spiega Stefano Fantacone, direttore Cer, "erano dettate dall'emergenza di rispondere alle richieste dell'Unione Europea. Ora si può e si deve rispondere alle necessità aziendali". Due sono le richieste che le Pmi chiedono alle politiche nazionali: riduzione della pressione fiscale e delle politiche a sostegno delle imprese. I settori che registrano ancora un sintetico molto negativo sono il settore delle costruzioni, con un -67,7% e il manifatturiero con un -47,7%. Le s.p.a. sono le uniche imprese a registrare un saldo non negativo, ma pari a zero. Le aree regionali che possono essere ancora definite critiche sono il reatino e il frusinate. Viterbo la provincia che registra saldi negativi meno ampi. 

OCCUPAZIONE - I segnali invece non fanno ben sperare sono sul fronte occupazionale, tanto più quella giovanile. I dati sono ancora allarmanti: il tasso di disoccupazione totale ha raggiunto il 12,9%, e quella dei più giovani il 42,2%. "Per tutto il 2014 e parte del 2015 sul fronte occupazione, nonostantela ripresa economica, non si avranno dei miglioramenti ma piuttosto il contrario. Ci attende - spiega Giudo Fabiani - un peggioramento. L'uscita dalla crisi impone anche dei processi di riorganizzazione  delle imprese, che portano una minore occupazione, almeno in una prima fase".

ACCESSO AL CREDITO - Non ci sono notizie positive nemmeno per quanto riguarda l'accesso al credito per le aziende: ancora il 47% delle Pmi trova difficoltà nel ricevere finanziamenti dal sistema bancario. Risposta unanime per la completa uscita dalla crisi: "innovazione e internazionalizzazione". Un'innovazione non solo tecnologica ma anche nell'utilizzo di strategie di business all'avanguardia. "Internazionalizzazione invece si intende - precisa Matteo Caroli, ordinario gestione imprese Università LUISS - un buon servizio di marketing, come fa già Milano, per invogliare i mercati esteri a investire sul territorio. E Roma ha molto potenziale non sfruttato".

SALVAROMA - Per quanto riguarda la capitale nel concreto si è fatto accenno anche al SalvaRoma e si è auspicato una politica per un impiego più efficiente ed efficace della spesa pubblica. "Per alcuni aspetti - dichiara Marta Leonori, assessore Roma produttiva - abbiamo ancora l'impressione che le risorse non siano sfruttate al meglio. Se pensiamo all'entità del bilancio di Roma Capitale molti di noi si chiedono  se non si possa migliorare la questione. Il decreto SalvaRoma ci obbliga entro un paio di mesi a  dare delle risposte, ci obbliga a non continuare a dilazionare delle abitudini delle precedenti politiche per incidere maggiormente sulla qualità dei servizi" 

PREVISIONI FUTURE - Il futuro che aspetta il Lazio, così come tutta l'Italia, è un periodo di sacrifici, di decisioni anche azzardate in base a delle scelte di priorità. In definitiva, la recessione è superata ma c'e ancora tempo per la crescita. "Nel 2014-2015 saremo alle stesso punto del 2011. Ancora molto lontani dal periodo pre-crisi", ha concluso Erino Calombi, presidente Cna.  

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