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Sede Inps-Casilino, protesta dei lavoratori: "Siamo pochi, conseguenze sul servizio"

Da circa 15 giorni i dipendenti della sede di via Longoni sono in stato di agitazione per il mancato riconoscimento dell'incentivo speciale. Usb: "Il rischio è che per tentare di raggiungere gli obiettivi si perdono di vista le esigenze dell'utenza"

Stato d'agitazione, da circa 15 giorni, tra i dipendenti della sede Inps-Casilino. A scatenare la protesta dei lavoratori della sede dell'istituto di previdenza di via Longoni 59 a Tor Sapienza il mancato riconoscimento dell'incentivo speciale legato alla produzione. In pratica, ha spiegato a Romatoday una delle rsu, i tempi di giacenza e di liquidazione delle pratiche hanno sforato rispetto quanto prefissato per il raggiungimento del bonus che ammonta in media a circa 800 euro a testa. Sarebbe dovuto arrivare ad aprile, almeno per quanto riguarda la parte dell'acconto. 

Il tutto, si legge in un comunicato firmato dalle rsu, "pur superando ampiamente la produzione standard". La sede Inps-Casilino, infatti, copre il servizio per molti quartieri della zona est della capitale, fette di città che vanno dalla Casilina alla Prenestina fino alla Tiburtina per un totale di circa 650 mila abitanti. Una sede "di frontiera" scrivono i lavoratori in una nota, il cui bacino d'utenza "non solo è il più grande ma è anche quello a maggiore disagio sociale di tutta l’area metropolitana, un dato ampiamente noto e documentato da tutti gli indicatori comunali". I dipendenti in agitazione parlano di circa 100 persone al giorno per quattro operatori agli sportelli solo per le prestazioni a sostegno del reddito. In totale un lavoro di 'front-office' dalle 500 alle 600 persone al giorno.

"Inevitabile" continua la nota "il cortocircuito tra la domanda di prestazioni da parte di una utenza quantitativamente e qualitativamente rilevante e la scarsità di risorse umane disponibili per evaderle nel minor tempo possibile" continuano. Inevitabili "le conseguenze sul servizio al pubblico, in particolare agli sportelli" tanto che è stato distruibito un volantino agli utenti in cui si spiegano le motivazioni della protesta. "Caro cittadino, tu che ti rivolgi ai nostri sportelli per vederti riconosciuto in tempi rapidi un tuo diritto (pensione, naspi, assegni familiari, invalidità civile o altro)" si legge, "che sei costretto a combattere contro la lentezza burocratica e spesso sfoghi la tua rabbia contro l’impiegato che è di turno allo sportello. Ebbene, devi sapere che il personale ormai è insufficiente per far fronte ai molteplici bisogni dell’utenza, non ci sono più concorsi da anni e ogni mese centinaia di nostri colleghi in tutta Italia vanno in pensione senza essere sostituiti". 

"Basta pensare che al 31 marzo scorso l'Inps registrava a livello nazionale poco più di 26 mila dipendenti mentre solo quindici anni fa ne aveva 41 mila" spiega Libero Ponticelli, della segreteria nazionale dell'Unione sindacale di base. "E nei prossimi tre anni, dicono le previsioni, circa 150 persone al mese andranno in pensione. Risultato: i dipendenti scenderanno sotto le 19 mila unità. Il tutto senza contare le esternalizzazioni dei servizi prima svolti da dipendenti Inps come il settore informatico". I lavoratori, continua il sindacalista, "non protestano solo per non aver ottenuto l'incentivo ma li contestano perché il rischio è che per tentare di raggiungere gli obiettivi si perdono di vista le esigenze dell'utenza. Questa situazione nella sede del Casilino, che risponde a un territorio socialmente debole, pesa ancora di più". 

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