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Negozi “Second Hand”, quel che rimane delle storiche botteghe capitoline

Viaggio in via del Governo Vecchio in una delle storiche botteghe di abiti Vintage. La proprietaria, la signora Cinzia, ci racconta tutto sul suo lavoro. “La crisi? Noi che siamo qui da quasi 30 anni ne abbiamo visti passare tante”

negozio_seconda_mano_via_del_governo_vecchio"Una volta eravamo molti di più, artigiani, rigattieri, commercianti di abiti usati, ora siamo rimasti in pochi,  molte delle botteghe che hanno fatto la storia di Roma hanno chiuso, al loro posto ora solo ristoranti e wine-bar”. A parlare è Cinzia la proprietaria da oltre 20 anni di uno degli storici negozi di “abiti usati” di via del Governo Vecchio, e’ lei la protagonista del nostro piccolo reportage, lei la voce narrante, reale al punto giusto per farci capire qual è lo stato di attività di queste botteghe “second hand” in tempi in cui la crisi economica sembra aver scatenato un’interesse  per gli abiti e gli oggetti “vintage” senza precedenti al punto  da giustificare un’incremento del numero delle attività commerciali di questo genere.

“Ma quale crisi e crisi, noi che stiamo qui da quasi 30 anni di gente ne abbiamo vista passare tanta, italiani, stranieri, giovani e meno giovani, non credo a chi dice che adesso d’improvviso sono aumentati i negozi di “abiti usati” perché qui siamo rimasti solo in tre”, commenta la signora Cinzia. “Noi molti anni fa ci siamo inventati un mestiere, che continuiamo a fare solo perché abbiamo una grande passione, dietro tutti questi abiti, accessori, scarpe che vede esposte, c’è tanto lavoro di ricerca, c’è rappresentata la storia del costume italiano”.

E passeggiando dentro la sua bottega, piena di abiti, scarpe, cd, accessori di ogni tipo e genere,  tutto rigorosamente “vintage”, con gli anni  60’ e 70’ in particolare spolvero, si respira davvero la  storia del costume italiano, senza contare i pezzi unici, dagli occhiali Polaroid con ancora il cartellino attaccato del 70’ agli abiti esclusivi di Roberta Camerini, e poi ancora Gucci, Dior, ci sono tutte, grandi e piccole marche a raccontare quello che eravamo.

“Dietro ogni capo esposto c’e molto lavoro, noi non compriamo merce dai privati, tutto ciò che noi vendiamo proviene da grossi magazzini fuori Roma dai quali noi ci riforniamo ormai da anni, che sanno quali sono i nostri gusti, è lì che noi effettuiamo la “prima scelta” sempre su merce in ottimo stato che poi – spiega ancora Cinzia – io con la fissa da costumista mi diverto a riadattare, ad aggiustare per ridare al capo  una nuova vita, noi facciamo con gli abiti quello che i vecchi rigattieri fanno con i mobili, ridiamo vita al nostro recente passato ma non per motivi di business, peraltro relativi, ma solo per passione, ecco perché su questa storica via siamo rimasti in pochi”.

Ma allora chi viene a fare acquisti in queste storiche boutique del vintage romano? Non esiste un identikit preciso, molti giovani, molti turisti, alcuni clienti affezionati alla moda di quegli anni che non hanno problemi a spendere, che si tratti di poco o  tanto, stabilire infatti un prezzo medio a capo e’ difficile, troppi i pezzi esclusivi e datati al punto giusto in cui si può facilmente incappare, certo è che stivali, occhiali e borse sono gli oggetti che vanno per la maggiore.

“La nostra clientela è davvero eterogenea, si va dal turista di passaggio, al cliente italiano fidelizzato, oppure, cosa che ci diverte molto – racconta con il sorriso Cinzia -  vengono spesso  ragazzi in cerca di abiti, scarpe, accessori per le classiche feste a tema anni 60’, 70’ e 80’ vengono una volta per travestirsi, poi tornano per vestirsi”.
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