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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Manifestazione dei precari del P.I.: Dopo “San Precario” ecco la “Beata Assunta”

Protestano contro il decreto Brunetta e chiedono la stabilizzazione del lavoro. In piazza anche i ricercatori dell’Ispra senza contratto dal primo luglio. In scena la processione della Beata Assunta, nuovo simbolo dei Precari

beata_assuntaI precari del pubblico impiego, questa mattina venerdì 3 luglio, hanno simbolicamente accompagnato in processione la “Beata Assunta” fino al Ministero della Funzione Pubblica, a piazza Vidoni, per invocare la stabilizzazione del lavoro. Con loro anche Rdb Cub (Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base), Cobas e Sdl (Sindacato dei Lavoratori) che hanno indetto lo sciopero generale per protestare contro il decreto Brunetta.

Spiega Cristiano Fiorentini, della Direzione Nazionale RdB-CUB P.I.: “Vogliamo voltare pagina, non vogliamo più parlare di rischio licenziamenti, ma di continuazione ed estensione delle stabilizzazioni. Chiediamo al governo con assoluta determinazione il diritto ad un futuro senza scadenza”.

Per ostentare la loro condizione i precari hanno indossato dei simboli provocatori. I lavoratori della scuola, per esempio, hanno sfilato con al collo delle lavagnette sulle quali c’era scritto: “W la Beata Assunta A basso Suor Gelmini”. Significativo anche il mega striscione che ritrae i ministri in versione circense.

Tra i manifestanti anche i neodisoccupati dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). Volontà politica contraria al rinnovo dei contratti. E’ questo il motivo per cui 200 lavoratori dell’ente, quasi tutti con contratti co.co.pro., dal primo luglio si sono ritrovati senza lavoro. Il 31 giugno è scaduto il contratto. I precari si aspettavano un miracolo dell’ultima ora e, invece, si sono visti togliere il badge magnetico per l’ingresso in sede.

A dicembre 2009 altri 230 di loro perderanno il lavoro, per un totale di 430 mancati rinnovi. Chiedono che il contratto venga rinnovato per altri 6 mesi nell’attesa che si avviino le procedure concorsuali. A quanto pare, però, le intenzioni del ministro dell’Ambiente, Daniela Prestigiacomo, dalla quale dipende la struttura, sono diverse. Gira voce, infatti, di un progetto di smantellamento dell’Ispra per esternalizzare i compiti dell’istituto, nato dalla fusione di Apat, Icram e Infs appena un anno fa.

I dipendenti dell’Ispra non erano soli a Corso Vittorio Emanuele. Con loro c’erano i colleghi del C.R.A. (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), quelli dell’Istituto Superiore di Sanità, quelli dell’Arpa Lazio e molti altri. Loro il contratto, grazie alle mobilitazioni dei mesi scorsi, ce l’hanno ancora, ma per poco. Hanno scongiurato la scadenza del 30 giugno ottenendo una proroga al 31 dicembre. Dopo cosa ne sarà del loro futuro?

Spiega un precario del C.R.A.: “La prospettiva è quella di andare a casa. Noi chiediamo, invece, che vengano fatti i concorsi. Io lavoro per il Consiglio per la ricerca da 15 anni e non ce ne sono mai stati”.
 “Lo Stato, invece, – continua il lavoratore – vuole offrire soltanto borse di studio e assegni di ricerca perché gli strumenti di formazione costano pochissimo”.

Non è molto diversa la situazione in cui si trova una ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità di 35 anni che racconta: “Ho iniziato a lavorare a 22 anni. Ho vinto il concorso per la stabilizzazione dei precari nel 2002, ma sono ancora una ricercatrice con contratto a tempo determinato. Di tutti i vincitori del concorso soltanto 150 persone, infatti, sono state stabilizzate”. “Io e i miei colleghi chiediamo al ministro Brunetta di procedere con il completamento delle stabilizzazioni”, conclude la lavoratrice.
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