Lo Stato cede i suoi beni: cosa ne sarà di quelli di Roma?

Fabbricati, terreni edificabili, agricoli e appartamenti. Ai territori la facoltà valorizzarli, ma anche eventualmente di alienarli, ad una sola condizione: che i soldi ricavati vadano a ridurre il debito. E' il federalismo demaniale che entra in questi giorni nella sua fase operativa, con la pubblicazione della lista dei beni interessati. Una lista che entro fine luglio verrà consegnata ai territori, comuni e regioni, che decideranno cosa farne.

Roma la fa da padrona. Nella lista infatti gran parte dei eni demaniali si trovano nella capitale. Spicca il museo di Villa Giulia, dove si trova il famoso sarcofago etrusco con i due sposi. Ci sono poi il mercato di Porta Portese, la sede della facoltà di Ingegneria della Sapienza di San Pietro in Vincoli, un immobile in pieno centro a Piazza delle Coppelle (valore 22 milioni di euro), l'ex Forte Ardeatino e l'area della Villa Gregoriana a Tivoli. Non mancano anche i complessi immobiliari in periferie. A La Rustica c'è n'è uno da 90 milioni, mentre alla Bufalotta c'è l'archivio generale della Corte dei Conti, valore quasi 67 milioni di euro

Nella lista anche beni che hanno segnato l'immaginario culturale romano. Troviamo infatti il fabbricato del cinema Nuovo Sacher di Nanni Moretti, stimato 4 milioni e mezzo di euro, e l'intero Idroscalo di Ostia, dove morì Pier Paolo Pasolini, per circa 6 milioni e settecento mila euro di valore di inventario.

Sull'Idroscalo ieri il sindaco Alemanno ha preso un impegno: "L'area dell'Idroscalo sarà riqualificata, e l'utilizzo avrà carattere ambientale e paesaggistico e che non verrà di certo destinata a espansioni edilizie". Alemanno ha elogiato il governo: "L'impegno del Governo ad attuare il federalismo demaniale apre grandi possibilità alla città di Roma".