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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Licenziamenti Sky al tavolo in Regione, il Comune: "Intervenga il Governo"

Al tavolo il vicesindaco, Luca Bergamo, l'assessore alla Roma Semplice, Flavia Marzano, e quella regionale al Lavoro, Lucia Valente. Bergamo: "Un'azione congiunta che coinvolga la sindaca e il presidente della Regione"

Il caso Sky continua  a preoccupare le istituzioni locali. Questa mattina al tavolo regionale della commissione Vigilanza sul pluralismo dell'informazione, presieduta dal consigliere Giuseppe Emanuele Cangemi c'erano il vicesindaco capitolino, Luca Bergamo, e l'assessore alla 'Roma semplice', Flavia Marzano. Per la giunta regionale, invece, era presente l'assessore al Lavoro, Lucia Valente. Non sono mancati rappresentanti dei sindacati e un componente del comitato di redazione di Sky, Iacopo Iarbarello. "Questa commissione" ha dichiarato in apertura dei lavori il presidente "è in seduta aperta e permanente, anche dopo l'approvazione della mozione votata all'unanimità in Consiglio. La Regione, dopo l'approvazione della legge sull'informazione, rivendica la propria competenza a partecipare ai tavoli di crisi per la salvaguardia occupazionale". Fare "fronte comune" la speranza di ognuno. La paura è che la decisione di Sky di delocalizzare gran parte delle attività a Milano, aprendo così a 120 esuberi e circa 300 trasferimenti, produca conseguenze economiche e sociali sul territorio di Roma e del Lazio.

Il vicesindaco Bergamo spera in un'azione congiunta "che coinvolga la sindaca Raggi e il presidente della Regione perchè istituzioni del territorio ma anche con il coinvolgimento della Presidenza del consiglio" ha affermato chiedendo un interesse diretto del Governo sulla questione. "Parliamo di un'attività strategica culturale, questo è un caso in cui si manifesta l'assenza dei governi di questo paese di riconoscere Roma capitale. Trattandosi di un'azienda che lavora con concessioni e autorizzazioni, penso che il governo con il parlamento possano intervenire. Noi siamo pronti a fare la nostra parte".  

Di necessità di un "lavoro comune" parla anche l'assessore Valente. "La cosa che più mi spaventa che siamo di fronte ad una multinazionale, ma è la stessa cosa che mi spaventa con gli imprenditori italiani, siamo di fronte al mercato globale" ha affermato. "Mi preoccupa la crisi dell'audiovisivo, e non parlo solo di Sky ma anche di tv locali, mi interessano i giornalisti così come mi interessa tutto l'indotto. Ora sappiamo che il piano di Zappia ha messo sul tavolo dei ministri Calenda e Poletti il piano di riorganizzazione, manteniamo alto il livello. Mi associo per tutto quello che possiamo fare, ma teniamo alto il livello che deve essere nazionale". 

Il presidente Cangemi ha invitato la maggioranza a sollecitare un intervento del presidente Zingaretti. Sull'esigenza di un fronte comune di fronte alla minaccia dei licenziamenti dell''azienda si sono espressi molti consiglieri: Luca Malcotti (Cuoritaliani), Baldassare Favara (Pd), Marta Bonafoni (Si-Sel).

Jacopo Iarbarello del comitato di redazione Sky ha parlato della rapidità con cui l'azienda porta vanti il suo piano, tempi che non sono quelli delle istituzioni. "Non so cosa possano mettere in campo Roma e Regione soprattutto sulle uscite volontarie (le chiamano così) le istituzioni hanno i loro tempi che possono essere troppo lenti rispetto a quelli di una azienda multinazionale". 

Il 6 febbraio si terrà la riunione tra Sky e i sindacati. Dino Oggiano Sic Cgil Roma e Lazio non vede "ragioni che giustificano le decisioni di Sky, perchè è un'azienda che aumenta ricavi e abbonamenti. Qui non parliamo di trasferimenti, ma di licenziamenti mascherati". Continua il sindacalista: "Sky parla di obsolescenza delle strutture di Roma, ma non ha mai investito". Per Stefano Ricci di Uil Com Roma-Lazio "non ci troviamo di fronte a una scelta a sorpresa: è da anni che Sky sta trasferendo gli uffici a Milano. A Roma sono rimaste perlopiù donne e madri con profilo professionale alto, lavoratrici che difficilmente si traferiranno a Milano". Massimiliano Strani di Fistel Cisl Roma e Lazio ha puntato il dito contro l'assenza dell'azienda in commissione: "Sky convoca i lavoratori con tentativi di delegittimazione. L'arroganza che ha posto in essere Sky è intollerabile". Secondo Dante Iannuzzi Ugl "quello di Sky può rappresentare quello che sta avvenendo di più ampio nel mondo dell'informazione. Spostare l'intero polo dell'informazione al nord"

"Chiedo all'azienda la ragione e il fondamento del piano editoriale. Hanno aperto nel 2003 a Roma, nel cuore del paese, fanno dei Tg il loro core business e come pensano di coprire il territorio centro sud inviando giornalisti e troupe? Dovranno coprire i costi degli inviati" le parole di Lazzaro Pappagallo di Stampa Romana. "Occorre far salire di grado la questione portarla all'attenzione del Corecom e dell'Agcom. Se vogliamo strappare la trattativa dobbiamo avere un fronte unico, e non trattative individuali. È una battaglia per il mondo produttivo e soprattutto dell'audiovisivo di Roma. Se si sfonda il varco rischiamo che possano seguire le tv di Cairo, Mediaset dei francesi, ma anche la Rai. Come una seconda breccia di Porta Pia e si va. Il Lazio rischia l'emorragia dell'audiovisivo". 

Solidarietà ai lavoratori Sky è arrivata anche dal consigliere capitolino, Marco Palumbo. "Ieri sera ho incontrato una loro delegazione per comprendere le ripercussioni del 'piano organizzativo di trasformazione annunciato dall'azienda che per mantenere una sua competitività avrebbe intenzione di spostare parte degli ''asset'' a Milano". Scrive in una nota: "Metteremo in campo tutte le iniziative politiche necessarie per impedire la chiusura del sito romano di Sky. La sede della Capitale verrebbe abbandonata e rimarrebbe solo con piccolo presidio operativo. Il contraccolpo sull'indotto di Sky, è calcolato in circa mille posti di lavoro. Questa vertenza si aggiunge ai licenziamenti di Almaviva e Gepin, a quelli annunciati da Carrefour e da Alitalia. Chiediamo ancora una volta alla sindaca Raggi di intervenire sulle crisi occupazionali in atto così come ha già fatto la Ragione Lazio".

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