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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Teleperformance minaccia 400 licenziamenti nei call center romani

L'azienda che si occupa di servizi di telemarketing ha annunciato di voler procedere con mille tagli per via della crisi. Nelle sedi di Piazza Vescovio e Parco Leonardo sono stati preannunciati circa 400 licenziamenti.

Sono 400 i posti a rischio a Roma e 600 a Taranto per la crisi che sta attraversando Teleperformance, multinazionale di servizi legati ai call center. Il Gruppo ha deciso di dichiarare lo stato di crisi dopo un 2009 in perdita e un inizio del 2010 ancora in negativo.

I posti a rischio, secondo quanto si apprende, sono circa mille (su 3.200 dipendenti). L'azienda ha previsto: "di avviare, come previsto dalla legge, l'apertura di una procedura di mobilità al fine di pianificare con i sindacati e le istituzioni gli strumenti più idonei per far fronte a tale crisi, anche nell'auspicio di una salvaguardia dei posti di lavoro. Si tratta, ha spiegato l'amministratore delegato, Lucio Apollonj Ghetti : "di una strada obbligata, anche perchè sono diversi mesi che l'intero settore lancia segnali di allarme, segnali mai accolti".

L' agenzia di servizi telemarketing dal primo aprile ha ufficialmente aperto le procedure per licenziare i dipendenti delle sedi di piazza Vescovio e Parco Leonardo. E' iniziata di conseguenza anche la lunga trattativa sindacale per scongiurare i licenziamenti. La Slc-Cgil parla di "scelta vergognosa del management" e sottolinea che nel disastro del settore dei call center incide anche la "totale irresponsabilità dei grandi committenti che alimentano il dumping con gare al massimo ribasso".

"L'impressione più forte è quella di trovarsi davanti ad un caso simbolo, una vertenza che accomuna l'intero settore dei call-center, un'intera generazione e l'intero paese - scrive in merito alla vicenda, sul suo blog, Luca Sappino, consigliere del II Municipio - C'è in ballo l'idea stessa di lavoro, il valore delle garanzie e delle tutele. Perché TelePerformance è uno dei call-center che aveva regolarizzato tutti i suoi lavoratori, e oggi sostiene che proprio i contratti dipendenti - e non, come sostengono gli Rsu, la concorrenza sleale e la delocalizzazione, l'assenza di un piano industriale, l'uso incosciente degli incentivi e dei fondi per la formazione - sono la causa della crisi, il freno maggiore all'impresa. Il rischio da combattere, il motivo per cui dobbiamo stare lì con tutte le nostre forze, è che sta passando l'idea che il lavoro più tutelato porta ad un lavoro meno sicuro, ad un'occupazione più incerta. E che la soluzione sia, ancora una volta, nella precarizzazione. Il rischio non è tanto che questa idea si diffonda tra manager e governanti - già da tempo prevalentemente convinti, direi - ma che trovi ancora più spazio nella testa dei giovani, degli stessi precari. Non possiamo permetterlo, muoviamoci subito".

L'azienda precisa che la scelta fatta è stata obbligata da una situazione economica disastrosa: "Teleperformance ha avviato una procedura di mobilità quantificando in circa 1000 gli esuberi tra la sede di Taranto e quella di Roma. I motivi di questa scelta sono l'esorbitante incidenza del costo del lavoro generata da una situazione fortemente penalizzante in cui Teleperformance si è trovata suo malgrado. Ad inizio 2007 la società decise di stabilizzare tutti i collaboratori a progetto interpretando in modo ampio la così detta Circolare Damiano. Ci era stato promesso dalle Istituzioni allora al Governo e dai rappresentanti del Sindacato che dopo il 30 aprile 2007 le aziende che non avessero stabilizzato sarebbero state punite dagli organi di vigilanza con multe severissime. Ma questo non è successo. Per poter guardare a un futuro di miglioramento Teleperformance auspica un immediato intervento governativo atto a regolamentare il mercato dei call center e richiede al governo di eliminare ogni forma di aiuto che leda la concorrenza. Il management si rende sin d'ora disponibile ad ogni confronto sul tema con le istituzioni".

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