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Economia

Licenziamenti Milano 90, dalla Camera al Comune monta la protesta nei palazzi di Scarpellini

'Occupato' con un presidio l'ingresso di Palazzo Marini mentre a Largo Loria i dipendenti si sono riuniti in assemblea. A rischiare il posto sono 426 lavoratori

Ingresso di palazzo Marini, in via della Mercede, 'occupato' e assemblee negli uffici capitolini di Largo Loria e via delle Vergini dove lo stato d'agitazione è permanente da ormai una ventina di giorni. Si accende la mobilitazione dei dipendenti della Milano 90, la società che fornisce servizi di portierato, assistenza, pulizia, caffetteria e manutenzione negli  immobili di proprietà del costruttore Sergio Scarpellini affittati alla Camera dei Deputati e al Comune di Roma.

“Questa mattina un gruppo di dipendenti ha presidiato l'ingresso di palazzo Marini causando disagi per l'ingresso e l'uscita dei deputati e del loro collaboratori” racconta Paolo Cantonetti, sindacalista della Uil Tucs Rsa. “Da giorni ormai i dipendenti della Milano 90 attendono delle soluzioni alternative al licenziamento” continua. “Dopo la disdetta anticipata dei contratti d'affitto da parte dei due enti pubblici la società ha aperto una procedura di mobilità per la quasi totalità dei lavoratori”. 426 dipendenti su 476 da gennaio rischiano il posto di lavoro. Di questi un'ottantina sono quelli che lavorano negli uffici affittati al Comune di Roma.

Tra le possibilità per arrivare a una soluzione che tuteli i posti di lavoro l'ipotesi di mantenere gli uffici della Camera a Palazzo Marini a patto di una serie di condizioni, a cominciare dal canone di affitto ridotto del 25%. La decisione è stata presa all'unanimità dall'ufficio di presidenza di Montecitorio che ha dato mandato al collegio dei Questori di riprendere i contatti con Milano 90.

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