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Domenica, 28 Aprile 2024
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Il Covid lascia camere e sale congressi vuote: lo Sheraton licenzia tutti i suoi 164 lavoratori

Prima la crisi scaturita dalla pandemia con conferenze e congressi annullati, poi i lavori di ristrutturazione: l’hotel di lusso manda a casa 164 persone. I sindacati: "E’ inaccettabile"

Chiuso a causa della pandemia dal 16 marzo del 2020 e mai più riaperto: così lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center ha deciso di licenziare tutti i suoi lavoratori. Procedura di licenziamento aperta per 164 dipendenti su 166 totali: a restare senza occupazione, dopo quasi due anni di cassa integrazione, saranno operai, amministrativi, chef, addetti alle camere, prenotazioni e ricevimento oltre che segretari e front office manager.

Lo Sheraton licenzia tutti i suoi lavoratori

A determinare la “situazione di eccedenza” del personale la crisi scaturita dall’emergenza sanitaria che ha lasciato senza prenotazioni le 640 camere dello Sheraton, senza convegni e conferenze le 30 sale adibite a manifestazioni ed eventi così come vuoti sono rimasti i tre ristoranti e la piscina. Il deserto nell’hotel di lusso. 

La pandemia si abbatte sul settore del Turismo

Già perchè durante il periodo pandemico il settore turistico ha registrato una contrazione della domanda che per Roma è stata del -81,2%, con la crisi a tagliare di oltre il 70% il valore della spesa turistica registrata nel 2019 e del 75% il fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica romana.Impatto negativo sul Pil dell’1,97%. 

Prima la crisi poi i lavori di ristrutturazione: a casa 164 lavoratori

Ma non solo la crisi. Vista la chiusura della struttura, la Larimar Rome Hotel Operations, società proprietaria dello Sheraton, ha deciso di avviare i lavori di ristrutturazione dell’hotel. “Improrogabili le necessità di eseguire radicali interventi di rinnovazione, restauro e manutenzione” per suites, camere, aree comuni e di ristoro, con pure l’ammodernamento di impianti, arredi e attrezzature. I lavori sono iniziati nel settembre scorso e sono attualmente in corso, “si prevede una durata di 18 mesi durante i quali - scrive lo Sheraton - l’albergo non potrà riaprire al pubblico e la società non potrà contare su alcuna fonte di ricavo”. Da qui il licenziamento di tutto il personale, senza alternative. 

I sindacati su licenziamenti hotel Sheraton: "E' inaccettabile"

Sul piede di guerra i sindacati. “Sono due anni che ci occupiamo della questione, erano state paventate riqualificazione e rilancio della struttura invece adesso si comunica il licenziamento collettivo di oltre 160 persone. Di tutti i dipendenti. Troviamo questo epilogo inaccettabile” - tuona Roberta Valenti, segretario regionale della Uiltucs. “La società potrebbe attendere la produzione normativa e far ricorso agli ammortizzatori sociali che saranno previsti fino alla riapertura senza licenziare nessuno, invece qui sembra che la strategia sia quella di azzerare tutto e ricominciare con assunzioni a basso costo, liberandosi dei lavoratori che hanno fatto la fortuna dello Sheraton”. I sindacati hanno già coinvolto la Regione Lazio e sono pronti anche a bussare alle porte del Ministero dello Sviluppo Economico: “Noi non demordiamo, agiremo in tutte le sedi possibili. Quello dello Sheraton è un caso emblematico, purtroppo predittivo di altri comportamenti che potrebbero verificarsi sul territorio. Attenzioniamo anche le sorti dei dipendenti degli hotel Cicerone e Bernini. Non possiamo accettare questo ulteriore accanimento sui lavoratori del Turismo”.

"Questa procedura e altre che si aggiungono in queste ore, mi riferisco anche al Majestic dove si prospetta una procedura di mobilità per tutti e 49 i dipendenti, rischia di diventare uno strumento attraverso il quale alcuni immaginano di far uscire il settore dalla crisi utilizzando la pandemia per allegerirsi del costo del personale e di quella voce di spesa con l'unica finalità di essere più leggeri e liberi quando le attività riprenderanno a pieno regime. Questo dal nostro punto di vista - ha aggiunto Stefano Chiaraluce di Filcams Cgil Roma Lazio - è inaccetabile perchè esistono ammortizzatori sociali e strumenti adeguati a garantire la fase di trasfrmormazione e ristrutturazione tenendo in piedi i posti di lavoro e consegnando ai lavoratori l'opportunità di rimanere in seno alle strutture alberghiere. E' evidente invece - ha sottolineato il sindacalista - che molti imprenditori del settore immaginano di poter utilizzare la pandemia per azzerare l'esistente e ripartire con mani più libere: questo dal punto di vista dell'impatto sociale è qualcosa che consideriamo devastante per Roma e per tutto il turismo nel paese". 

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