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Economia

Distribuzione dei giornali: a rischio 230 posti di lavoro

Alcuni dei principali gruppi editoriali hanno cambiato società di distribuzione, mettendo di fatto per strada 230 addetti alla distribuzione. Piero Coco della Filt Cgil: “Tutelare i posti di lavoro, la crisi è solo una scusa per tagliare i costi

Duecentotrenta lavoratori addetti alla diffusione dei più importanti giornali nazionali, tra cui La Repubblica e il Corriere della Sera, rischiano di ritrovarsi senza lavoro. Colpa della decisione del cambio d'appalto della ditta che gestisce la distribuzione dei giornali stessi. Un cambio d'appalto motivato dalle società editoriali con la crisi economica e con la necessità di ridurre i costi.

Per protestare contro questo tipo di politica nei giorni scorsi si è tenuto un presidio sotto la sede del quotidiano la Repubblica. A spiegarci i motivi dell'azione di protesta è Piero Coco della Filt Cgil. “Ancora una volta a pagare la crisi saranno i lavoratori”, spiega il sindacalista. “Non c'è infatti nessun indicatore che indichi una situazione mutata per queste società. Le copie vendute sono le stesse, i finanziamenti dallo Stato continuano ad arrivare. Cionostante però si è deciso di tagliare i costi”.

La Cgil spiega che le nuove tariffe che si andranno a praticare alla società subentrante nell'appalto, sono inferiori a quelle già esistenti, e notevolmente al di sotto da quanto previsto nelle tabelle emanate dal Ministero del Lavoro sulla congruità economica negli appalti. “Tali tariffe,  spiega Coco, “non potranno in nessun modo garantire di fatto le giuste applicazioni normative, fiscali, contrattuali ed economiche ai trasportatoi che ne saranno coinvolti”.

Questo cambiamento giunge dopo la sottoscrizione di un accordo con la precedente società di distribuzione tale da far emergere e regolarizzare molto lavoro in nero presente in questa attività e garantire ai suddetti lavoratori un salario dignitoso in linea con le declaratorie del CCNL di riferimento.

“Chiediamo”, spiega Coco,  “a tutte le Istituzioni di contrastare efficacemente questa logica e trovare una soluzione su tale vicenda. Vogliamo che venga tutelato il posto di lavoro e la posizione economica e sociale di tali lavoratori, evitando di porli insieme alle proprie farniglie in condizioni drammatiche”.
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