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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Il pane di cinquant'anni fa, appena sfornato

Il pane di una volta, fatto con il lievito di cinquant'anni fa. Credete che sia impossibile trovarlo? E invece...

Nel cuore di Roma, a due passi dalla basilica di San Giovanni in Laterano, si può mangiare il pane come lo facevano i nostri avi, con un lievito che ha mezzo secolo di vita.

Sembra incredibile, eppure, nel panificio Ceccacci di via Licia, il pane si fa con un lievito madre che ha assistito a cambi di epoche, governi e costumi degli italiani, rimanendo sempre lo stesso. Non è un lievito industriale di ultima generazione, ma un "crescente" per la lievitazione naturale che Egidio Ceccacci, 75 anni, custodisce dal 1965, quando ha avviato la sua attività di panificatore in proprio. Per gioco, prima, per orgoglio di artigiano, dopo, ha deciso di rigenerare tutti i giorni il suo lievito, rinfrescandolo tutte le notti (domeniche comprese), senza interruzioni. Il lievito, infatti, se adeguatamente rimpastato, può replicarsi all'infinito.

Sembra incredibile, ma il lievito che usa oggi il signor Egidio, discende da quello che utilizzò per la prima volta nella metà degli anni Sessanta. Un lievito con più anni di suo figlio Maurizio, che, assieme all'altro figlio Stefano, ne ha raccolto l'eredità artigianale.

"Del pane si parla nella Bibbia - dice Maurizio - e per noi è un prodotto sacro al quale dedichiamo passione ed energie da cinque decenni". E i risultati non mancano. Nel 2009 il panificio Ceccacci ha ricevuto una menzione del Gambero Rosso, come miglior artigiano del territorio, e pochi giorni fa ha fatto il bis, con il premio "Gruppo del gusto - Associazione della Stampa Estera in Italia", sempre del Gambero Rosso.

Questa devozione per la panificazione prevede sacrificio e dedizione costante al lavoro. "Né oggi né durante la mia infanzia - confida Maurizio - siamo andati in vacanza tutti insieme. Qualcuno di noi è sempre dovuto rimanere a Roma per rinfrescare il lievito, perché mio padre non voleva assolutamente interrompere questa tradizione".

Così, grazie all'intuizione e alla sana "ossessione" di Egidio Ceccacci e dei suoi figli, oggi è possibile assaggiare il pane di cinquant'anni fa, appena sfornato.

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