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Economia

I “Gladiatori” scendono dal Colosseo: la palla passa ora al Governo

I sindacati mantengono comunque un presidio ai piedi dell'Anfiteatro Flavio. Da definire la sorte di 300 dei 900 dipendenti dell'istituto di vigilanza Urbe passato sotto l'egida di un ente privato

Erano da poco passate le 21 di ieri sera quando le sei guardie giurate che da venerdì erano salite sul terzo anello del Colosseo hanno messo fine alla loro protesta. La sospensione è giunta al termine della riunione fiume in Prefettura, durata ben sei ore e a cui hanno partecipato tutte le sigle sindacali, la Regione, il Comune e il vice prefetto.

A sbloccare la situazione è stata la decisione di coinvolgere anche il Governo che nella prossima settimana spiegherà, ad un nuovo tavolo interistituzionale, la situazione dell'Istituto vigilanza Urbe.

Se i Gladiatori hanno abbandonato la loro posizione sul Colosseo, resta comunque presente ai piedi dell'Anfiteatro Flavio un presidio delle principali sigle sindacali. Pur apprezzando infatti il coinvolgimento del Governo nella vicenda, i sindacati hanno deciso di restare lì "finché non avremo risposte concrete. Ora comincia una nuova fase di trattativa con il governo finalmente seria: non dimentichiamo che a fine mese 300 persone resteranno senza paga".

Secondo l'accordo i dipendenti dell'ente morale pubblico dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (Ancr) possono essere assunti dal nuovo ente privato “Vigilanza Urbe Spa”, e già oltre 600 guardie sulle 900 coinvolte nella vicenda hanno sottoscritto il contratto. Per i rimanenti 300 quel contratto è una sorta di truffa: "Guadagnavamo circa 1.100 euro al mese", ha spiegato all'Ansa uno di loro. "Andremmo a perdere circa 200 euro ad ogni busta paga, senza contare i giorni liberi retribuiti in meno, le ore di straordinario gratuito, e l'azzeramento degli scatti. Inoltre il contratto rimarrà immutato per un massimo di due anni, sebbene a tempo indeterminato".

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