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Economia Morena / Via Anagnina, 203

Ericsson, in 300 a via Anagnina per protestare contro i licenziamenti

Davanti alla sede, circa 300 dipendenti in rappresentanza dei 100 a rischio licenziamento, solo a Roma. L'azienda aveva annunciato tagli al personale dallo scorso aprile; oggi la protesta generale

La risposta dei lavoratori ai licenziamenti proposti dall'azienda non si ferma. Come già annunciato, oggi i lavoratori della Ericsson sono in sciopero e stanno presidiando i tre ingressi della sede dell'azienda, in via Anagnina, per protestare contro i licenziamenti anticipati dalla ditta lo scorso 5 maggio. Dopo la prima tornata, del 26 maggio scorso, stamattina circa 300 dipendenti si sono dati appuntamento davanti ai cancelli alle 8 e iniziato uno sciopero destinato a durare tutto il turno di lavoro. Il 40% del totale; molti a casa con i figli che hanno terminato l'anno scolastico. Erano presenti tutte le sigle sindacali: Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl-Telecomunicazioni.

Lo scorso aprile, l'azienda aveva annunciato 160 licenziamenti in tutta Italia, di cui 100 solo a Roma, sia nel settore telecomunicazioni che in quello di 'solution & service'. In nome di un maggior profitto, dicono i vertici. Lo scorso 6 maggio, in un incontro con i sindacati, l'azienda ha ribadito che "Ericsson non è in crisi, ma vuole un riequilibrio dell’organico e il taglio dei costi, e che lo strumento della solidarietà voluta dai sindacati non è più utilizzabile", spiega la nota.

La mobilitazione non si è fatta attendere: da subito i sindacati hanno chiesto misure meno drastiche, come l'avvio di contratti di solidarietà. Oppure, qualora fosse necessario per la Ericsson attuare la mobilità, che questa avvenga solo su base volontaria, e non coatta. Poi, per questa mattina, hanno organizzato lo sciopero generale dei dipendenti, in cui hanno distribuito un volantino con le loro richieste. Tra i motivi della protesta: "Scioperiamo per individuare ed eliminare le cause che stanno generando continui esuberi, perché siano contrastate delocalizzazioni e consulenze, perché siano approntati piani di riconversione professionale e ricollocazione all’interno dell’azienda, e perché le eventuali eccedenze siano gestite attraverso esodi incentivati e contratti di solidarietà", recita il volantino. "Si tratta di una protesta che durerà per l'intero turno di lavoro, e che si svolge in contemporanea in tutte le sedi d'Italia, Milano, Roma, Napoli, Pisa, Genova, Venezia", ha spiegato Francesco Rota, della Slc Cgil.

"Sono ormai diversi anni che Ericsson sta dismettendo le attività produttive e di sviluppo in Italia: la ditta vuole licenziare 150 dipendenti e 16 dirigenti nel settore telecomunicazioni Ericsson Italia, e 60 in Solutions & Services, in nome di un maggior profitto - ha aggiunto Rota - A  nulla sono valsi i tentativi sindacali di trovare soluzioni alternative al licenziamento collettivo, come fatto negli anni passati. L’ondata di licenziamenti sarà ripetuta in più anni sino al 2017 per circa 600 lavoratori salvo mutamenti di mercato in peggio. Le procedure di licenziamento sono state avviate dall’azienda il 5 maggio scorso e per questo le organizzazioni sindacali hanno dichiarato lo sciopero di oggi".

In particolare, "siamo molto preoccupati per le ricadute occupazionali sulla sede di Roma, dove sono annunciati il maggior numero di licenziamenti - ha concluso Rota - Nella capitale, oltre ai lavoratori Ericsson si uniranno alla protesta anche altre realtà sindacali".

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La protesta dei lavoratori Ericsson in via Anagnina

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