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Enasarco, la replica: “Sempre effettuati i lavori di messa in sicurezza”

La Fondazione: "Nel caso di Montesacro tali interventi hanno riguardato tutte le 15 palazzine della zona e per due di queste si è addirittura operata una ristrutturazione integrale". Sul piano di dismissione: "Ottimi sinora i riscontri"

Alla luce degli articoli da voi pubblicati, ci piacerebbe illustrare meglio il piano di dismissioni del patrimonio immobiliare abitativo della Fondazione. Quello della Fondazione è un patrimonio estremamente sovradimensionato: circa 17mila appartamenti, di cui oltre 15 mila nel solo comune di Roma, la maggior parte in zone popolari.

L’intero patrimonio immobiliare rende attualmente meno dell’1%. Le ragioni della bassa redditività sono molteplici. Tra queste, la tipologia e l’ubicazione degli appartamenti in zone periferiche, i modesti canoni di locazione, il carico fiscale, ma anche il fatto che la Fondazione ha svolto nel corso degli anni un ruolo di supplenza alle politiche sociali della casa.

Tutto ciò grava la Fondazione, nata per occuparsi di previdenza e assistenza degli agenti di commercio, di un “innaturale” lavoro di gestione e manutenzione diretta.

Enasarco ha il dovere di far fruttare al meglio i risparmi previdenziali dei propri iscritti, deve garantire anche nel futuro prestazioni sia previdenziali sia assistenziali adeguate e deve certificare, secondo la legge del 2006, una sostenibilità ultratrentennale del proprio Bilancio.

Il piano di dismissioni è avvenuto con criteri assolutamente cristallini: la Fondazione è la prima cassa previdenziale ad avere scelto la vendita diretta agli inquilini, considerata lo strumento più trasparente per coniugare redditività e tutela degli affittuari. Già nel 2008 è stato sottoscritto con tutte le organizzazioni sindacali rappresentative degli inquilini un accordo che sancisce condizioni di vendita vantaggiose e prevede diverse agevolazioni.

Il diritto di prelazione sull’acquisto potrà essere esercitato anche dai parenti fino al 4° grado: questo significa che nel caso di persone anziane potranno comprare anche figli, nipoti, e bisnipoti. E’ prevista una riduzione del 30% sul valore di mercato del singolo appartamento libero e un ulteriore 10% di sconto per acquisti collettivi.

La Fondazione non svolgerà nessun ruolo nella determinazione del prezzo. Il prezzo di vendita sarà fissato da un valutatore indipendente, accettato dalla Banca d’Italia e certificato dalla Agenzia del territorio, e naturalmente terrà conto delle caratteristiche di ogni stabile: ubicazione, tipologia e qualità edilizia dell’immobile, anno di costruzione, stato manutentivo, funzionalità, servizi accessori, piano ed esposizione dell’appartamento.

Ovviamente l’acquisto avverrà su base volontaria, chi non riterrà soddisfacente la proposta sarà libero di non comprare.

La Fondazione ha naturalmente previsto tutele e garanzie per tutti gli inquilini che non possono acquistare: ai nuclei familiari con redditi bassi e medi sarà garantito un rinnovo di 8/9 anni, al canone concordato con le organizzazioni sindacali degli inquilini, con un aumento minimo di appena il 5%. Prevista anche la possibilità di vendita del diritto di abitazione o di usufrutto ai nuclei familiari composti da soli anziani con più di 67 anni.

Riguardo ai mutui, tramite una gara europea sono stati individuati gli istituti che offrivano le condizioni più vantaggiose: tra queste il finanziamento dell’intero costo dell’appartamento comprese le spese di acquisto, una durata fino 40 anni, ma anche interessi ridotti, possibilità di rinegoziazione, tempi minimi per l’erogazione, riduzione dei costi notarili.

I riscontri avuti fino ad oggi sono estremamente positivi: sono già state inviate circa 450 lettere di prelazione agli inquilini in quartieri molto popolari di Roma, e le percentuali di adesione sono vicine all’80%.

Infine la Fondazione precisa che sono sempre stati effettuati, quando necessario, gli interventi di messa in sicurezza degli stabili. In particolare  nel caso del quartiere Montesacro, citato da un vostro articolo, tali interventi hanno riguardato tutte le 15 palazzine della zona e per due di queste si è addirittura operata una ristrutturazione integrale.

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