rotate-mobile
Economia

Economia nel Lazio: Parte l'Osservatorio del Credito

L'Osservatorio monitorerà il flusso di credito dagli istituti alle imprese e alle famiglie. Il prefetto di Roma: "Imprese 'legali' saranno premiate". Mocci (Federlazio): "Bene lavorare su mediazione banca-impresa, ma siamo in ritardo"

E'partito ieri il lavoro dell'Osservatorio regionale del Credito, per monitorare l'andamento e i costi di prestiti e mutui delle famiglie e delle imprese del territorio laziale. Gli organismi – che avranno sede nelle Prefetture dei capoluoghi – fanno parte degli interventi del Governo varati con il decreto-legge 185 del 2008 (decreto anticrisi), che racchiude manovre a sostegno delle famiglie, dell'occupazione, del lavoro e dell'impresa, per il contrasto alla crisi economica. Una legge che molti hanno atteso e che finalmente, con la modifica del 28 gennaio 2009 (legge n.2) e il decreto attuativo del 25 febbraio 2009, vede finalmente la luce.

Nel corso del primo incontro, presieduto dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, sono state decise le linee guida che caratterizzeranno l'attività dell'Osservatorio. In particolare le sue funzioni principali sono state racchiuse in tre rami: il monitoraggio dei flussi di credito, l'analisi delle criticità e l'analisi delle richieste (di cittadini e imprese) che non trovano accoglimento presso gli istituti erogatori. Quest'ultimo aspetto è sostanziale perché offre la possibilità a coloro che non riescono ad accedere al credito per vie “ordinarie” di verificarne i motivi e trovare quindi soluzioni alternative. Collegandosi al sito Internet della Prefettura, infatti, privati e aziende possono avere informazioni sull'eventuale rifiuto dell'apertura di un canale finanziario e porre riparo. Allo stesso modo, però, gli istituti di credito, le banche e ogni operatore economico potrà chiedere notizie anticipate sulle aziende che fanno richiesta di una linea di credito, favorendo così il successivo processo di erogazione. “Assegneremo una sorta di 'bollino blu' alle imprese”, ha dichiarato il prefetto Pecoraro, sulla base di una serie di indicatori di qualità, come il rispetto delle norme sul lavoro, la certificazione antimafia, ecc.

Gli Osservatori saranno costituiti dai prefetti del capoluogo di regione (Giuseppe Pecoraro per quella di Roma), i prefetti delle province, un dirigente della Direzione territoriale dell'economia e delle finanze, il presidente della Camera di Commercio del capoluogo di regione, un rappresentante dell'ABI, i rappresentanti delle categorie d'impresa e dei lavoratori e i rappresentanti delle associazioni di consumatori. Un tavolo dove ai bisogni delle famiglie e delle imprese vengono incontro le istanze del mercato finanziario.

In particolare quello nell'area romana è un mercato che forse necessita più di tutti di accesso al credito. Molte sono infatti le aziende piccole e medie che portano nella capitale centinaia di migliaia di euro ogni anno, direttamente o indirettamente. E, come giustificano gli impegni assunti dagli Assessorati regionali e soprattutto gli obiettivi del servizio regionale Sviluppo Economico, uno dei principali assi di lavoro per il rilancio dell'economia (soprattutto dell'area cittadina di Roma) è la cosiddetta attrazione degli investimenti, cioè la creazione di nuove opportunità – che ad ogni modo gonfiano il mercato locale, specialmente nel settore dei servizi –. In questa cornice, l'Osservatorio ha come funzione quella di promuovere lo sviluppo di aziende che, nel territorio, lavorano in maniera pulita, cristallina, che sono poi quelle che fanno crescere davvero il territorio.

Secondo i più recenti dati dell'Istat, infatti, l'area con il maggior numero di imprese del Lazio è il sistema produttivo dell'audiovisivo, localizzato a Roma – con oltre 2mila imprese e quasi 50mila addetti, ha avuto un trend di crescita di più del 10% annuo –. Inoltre l'area capitolina ha un'elevata terzializzazione (così come il resto del Lazio), caratterizzata da una forte presenza di aziende piccole o piccolissime. Ciò porta gli esperti di Sviluppo Lazio a sottolineare come quella laziale (ma soprattutto romana, data la presenza di Cinecittà e della Rai) sia una realtà fortemente influenzata da un mercato inflazionato e imprevedibile, che spesso mette a dura provala stabilità delle aziende.

Il nervo scoperto che gli Osservatori andranno a toccare – si legge, infatti, nella direttiva congiunta del Ministero dell'Economia e delle Finanze e del Ministero dell'Interno del 31 marzo – è proprio quel delicato ruolo che gli istituti e gli operatori economici rivestono nel mercato del credito che, in questi mesi di crisi nera, stanno perdendo fiducia giorno dopo giorno nei confronti di quelle aziende che non riescono a dare garanzie più solide – vuoi per il mercato di riferimento, vuoi per le caratteristiche proprie. Questi fattori rallentano il flusso di credito generando così una serie di strozzature che hanno ricadute fatali sul mercato del lavoro e sull'occupazione. Solo nel Lazio si contano infatti più di 100mila posti di lavoro perduti tra il 2007 e il 2008, a causa della crisi, dichiara Claudio Di Berardino (Cgil Roma e Lazio) in un intervista a Repubblica nel dicembre passato; la maggior parte dei quali proprio nell'enorme bacino di Roma e provincia, vero polmone economico della regione. “È emergenza!”, sostenevano già sei mesi fa i sindacati, e non sono i soli a pensare che queste misure stanno arrivando con un margine di ritardo quasi imbarazzante.

Con la legge 2/2009, che istituisce gli Osservatori del Credito, vi è una misura che prevede l'obbligo da parte della Banca d'Italia di inviare al dicastero dell'Economia di Giulio Tremonti i dati relativi ai volumi e ai costi dell'accesso al credito per famiglie e imprese, con cadenza trimestrale e su base regionale. Con l'istituzione dell'Osservatorio, dunque, il flusso finanziario da istituti di credito a utenti è costantemente sotto controllo ed inoltre, cosa più importante, viene aggiunto di una forte localizzazione. Questo è un fatto decisivo poiché – specifica ancora la direttiva – l'unico modo per evitare criticità e situazioni di stallo è quello di valutare al livello locale la relazione fra banche, istituti di credito, finanziarie, ecc. e i loro clienti (imprese e famiglie). La dimensione locale è il miglior punto di osservazione.

Secondo Luciano Mocci, vicedirettore generale di Federlazio, “le imprese aspettavano interventi ieri, non oggi”, anche se “siamo consapevoli dei problemi che ci sono e la nostra regione è in forte sofferenza”. Meglio tardi che mai, direbbe qualcuno, ad ogni modo “interventi di questo tipo sono più che positivi – ha detto – perché servono a coordinare imprese e banche” che spesso è proprio ciò che crea più problemi. “C'è stata sempre una forte dialettica, positiva, tra banche e imprese, ed è chiaro che le une hanno bisogno delle altre”. Bisogna trovare la “giusta mediazione”, continua Mocci, “oggi più di ieri”.

Un aspetto da considerare, sottolinea però, è che “gli enti pubblici non hanno mai pagato in tempi certi, e oggi la situazione è diventata decisamente pesante per qualsiasi impresa”; questo è un problema che influisce in maniera determinante nell'economia di una piccola o media impresa che “non può più permettersi di aspettare mesi e mesi prima di essere pagata”. Soprattutto in questo momento così delicato. Fondamentale è dunque “l'urgenza” delle azioni. Il prefetto, “che ringraziamo”, sta facendo un lavoro importante, ha poi concluso, e “il 'bollino blu' alle aziende è sicuramente positivo” perché stimola una cultura d'impresa sana, legale, che “noi di Federlazio abbiamo sempre cercato di veicolare”.
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Economia nel Lazio: Parte l'Osservatorio del Credito

RomaToday è in caricamento