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Economia

Dismissioni Enasarco, si accende la protesta: inquilini in piazza il 13 luglio

Rdb Cub contesta l'accordo firmato tra l'ente e gli altri sindacati. Prevista una plusvalenza di oltre un miliardo giudicata ingiusta da parte di molti inquilini: “Sbagliato partire dal prezzo medio, bisogna puntare da quello più basso”

Diciassettemila alloggi su tutto il territorio romano, 50.000 persone interessate, valore stimato 3 miliardi di euro, prezzo di vendita 4 miliardi e mezzo di euro, per una plusvalenza attesa che dovrebbe attestarsi sul miliardo e mezzo di euro. Sono i numeri della dismissione immobiliare più grande della storia recente della Capitale, quella degli alloggi Enasarco. Dismissioni che partiranno a gennaio e per le quali c'è il rischio concreto di numerosi sfratti, con conseguente emergenza sociale.

L'ENTE ENASARCO
L'Enasarco è la fondazione che amministra circa 300.000 posizioni contributive attive di Agenti di commercio e 100.000 ditte mandanti obbligate alla contribuzione. Col tempo l'ente è andato accumulando uno dei patrimoni immobiliari più ricchi dell'intera capitale. Un patrimonio immobiliare che copre l'intero territorio, dalle zone più popolari a quelle più lussuose. I municipi a più densa presenza Enasarco sono l'XI e il X, ma dal centro ad Ostia, passando per il Torrino e Boccea non c'è municipio che non abbia almeno una struttura degli agenti di commercio.

Attualmente gli inquilini pagano un affitto all'ente che però ha di recente deciso di “fare cassa” vendendo il patrimonio immobiliare. Rafforzamento del fondo e rientro da investimenti sbagliati sono le cause che spingono l'ente a vendere le proprie case. Infatti Enasarco ha investito, perdendo, più di mezzo miliardo di euro in Lehman Brother e dopo il crack quei soldi sono di fatto andati in fumo. In passato l'ente stava per finire in mano ai cosiddetti furbetti del quartierino Ricucci e Coppolla. Gli scandali giudiziari hanno però evitato che per la modica cifra di un miliardo e 800 mila euro le case finissero nelle loro mani.

L'ACCORDO CON I SINDACATI
Quel prezzo oggi è quasi triplicato. Enasarco ha infatti deciso di vendere il tutto a 4 milardi e mezzo di euro, realizzando una plusvalenza di oltre un miliardo mezzo. La cifra viene fuori dall'accordo firmato con i sindacati. Un accordo che prevede  la vendita degli alloggi agli inquilini ad un prezzo scontato del 30%, che sale al 40% nel caso in cui tutti gli inquilini di un singolo stabile acquistino le case. A stabilire il prezzo saranno le agenzie del territorio sui cui prezzi medi verrano concordati i prezzi di vendita. Per capirci con un esempio scolastico: se un bilocale a Garbatella costa in una forchetta del più basso e del più alto tra i 300.000 e i 350.000 euro, il prezzo di vendita sarà di 325.000, da cui va sottratto il 30%.

LE PROTESTE DI RDB CUB
L'accordo è stato firmato da tutti i sindacati, tranne Rdb Cub che contesta in più parti l'accordo. “Innanzitutto”, spiega Paolo Di Vetta del sindacato Rdb Cub, “è inconcepibile che gli enti locali non vengano coinvolti nell'accordo. Regione, Provincia e Comune non hanno partecipato ad alcuna riunione e viste le proporzioni della dismissione pensiamo sia una cosa assurda”. Il sindacato autonomo contesta anche il meccanismo del prezzo medio. “Riteniamo che non sia giusto”, aggiunge Di Vetta, “che Enasarco venda a prezzi di mercato per realizzare una plusvalenza esagerata. La cosa giusta secondo noi è che si venda al prezzo più basso del mercato, scontato del 40%, e che poi si valuti anche lo stato dell'immobile”. Riprendendo l'esempio prima proposto quindi, Rdb propone di far partire la vendita a partire dai 300.000 euro, e nel caso di un immobile malandato, far scendere ulteriormente il prezzo su cui calcolare lo sconto.

Infine Rdb chiede maggiori tutele per chi non riuscirà ad acquistare le case. “Secondo noi”, valuta Di Vetta, “l'affitto a canone concordato non è una sufficiente garanzia per gli inquilini. Bisogna considerare che si tratta in molti casi di cittadini anziani che vivono con pensioni che di fatto quasi sicuramente non potranno comprare la casa e non potranno neanche permettersi di pagare un affitto ai prezzi attuali di mercato. La nostra richiesta è che le istituzioni intervengano acquistando la nuda proprietà o gli stabili per intero come accaduto per via Pincherle”.

LA MANIFESTAZIONE
La dismissione come detto dovrebbe partire in modo fattivo da gennaio e Di Vetta denuncia che “Enasarco sta puntando i piedi sul prezzo più basso perchè vede che i prezzi di mercato scende e quindi stringe per vendere ai prezzi attuali”. Anche per questo Rdb ha indetto una manifestazione per lunedì 13 luglio in prefettura. “Chiediamo che il prefetto pressi Regione, Provincia e Comune per farli intervenire su Enasarco”, conclude Di Vetta. “Temiamo che da gennaio ci saranno molte persone a rischio sfratto, anche perchè oltre a quelle dell'Enasarco sono in arrivo anche le dismissioni Enpam e bisogna quindi evitare la macelleria sociale”.
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