rotate-mobile
Economia

UniSalute: "Curarsi all’estero? I romani non si fidano"

Nuova indagine dell’Osservatorio Sanità UniSalute: il 39% dice apertamente no alle soluzioni low cost fuori dall’Italia

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

Sempre più spesso si sente parlare di turismo sanitario come di un fenomeno in crescita, specie per l'odontoiatria. Ma quella di farsi curare in un paese straniero è davvero un'opportunità che piace ai romani?

Più di un romano su tre (39%) dichiara in maniera netta che non lo farebbe mai mentre solo il 17% afferma di non escludere a priori questo tipo di soluzione.

Questo è quanto rilevato dall'ultima indagine1 realizzata dall'Osservatorio Sanità2 di UniSalute, la compagnia del gruppo Unipol specializzata in assistenza e assicurazione sanitaria, che ha voluto indagare se e come le abitudini dei capitolini stiano cambiando in merito alla cura della propria salute.

Cosa preoccupa maggiormente i cittadini della Capitale dei viaggi all'estero per sottoporsi a visite e cure?

Sono in particolare tre i motivi che spingono gli intervistati a tenersi lontani: il principale è la convinzione che i minori costi delle prestazioni siano dovuti alla scarsa qualità dei materiali utilizzati (52%). Seguono i forti timori sul rispetto delle norme igieniche (41%).I romagnoli infine esprimono maggiore apprezzamento per i medici italiani, ritenuti migliori (34%).

Il forte risparmio rispetto ai costi delle stesse prestazioni in Italia, è il motivo per cui si prenderebbe in considerazione la possibilità di affidarsi ai medici fuori dai nostri confini (66%), in particolare nei paesi dell'Est Europa, soprattutto per le prestazioni odontoiatriche, che incidono maggiormente sui bilanci familiari.

Per quanto riguarda le soluzioni low cost proposte nel nostro paese, fenomeno che è in crescita, si registra invece una maggiore apertura: sono infatti molti i romani che considerano con favore le offerte di prestazioni mediche a basso costo proposte da portali dedicati agli acquisti.

Solo il 15% dichiara apertamente di non fidarsi affatto di queste offerte, a cui si aggiunge un 16% che crede nascondano offerte di bassa qualità.

Di contro, il 44% degli intervistati considera queste proposte un'opportunità in più a cui si aggiunge un 5% di intervistati che le ritiene addirittura l'unica soluzione per poter accedere a cure mediche a disposizione di molte famiglie, consapevoli di quanto le cure mediche, in particolare quelle dentistiche, incidano sempre di più sui bilanci domestici.

Secondo una recente indagine, circa il 18% degli italiani ha dovuto rinunciare per motivi economici a prestazioni sanitarie come visite specialistiche e odontoiatria e nel decennio 2000-2010 la spesa sanitaria privata è aumentata del 25,5%3.

Come garantire quindi qualità delle prestazioni e accessibilità alle stesse? Perché questo scenario possa migliorare occorre riuscire ad organizzare in modo efficiente la spesa sanitaria privata, che ad oggi in larga parte non è strutturata, in modo da garantire contestualmente qualità e contenimento dei costi.

UniSalute ha costruito un modello operativo in grado di poter sostenere nel tempo un'offerta di prestazioni sanitarie di qualità, tra cui anche quelle odontoiatriche. Il controllo del processo di erogazione del servizio consente a UniSalute di mantenere bassi i costi e di effettuare monitoraggi puntuali sulla qualità dei servizi offerti, a garanzia dei propri clienti e per assicurare sostenibilità in un mercato in continua evoluzione.

1 Indagine CAWI condotta dall'istituto di ricerca Nextplora ad inizio febbraio 2012 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d'età (over 30), sesso ed area geografica.

2 L'Osservatorio Sanità di UniSalute, avviato nel 2002 con l'obiettivo di monitorare il mondo della sanità integrativa, si occupa oggi anche della percezione degli italiani su temi quali prevenzione, fiducia, competenza, conoscenza dei servizi sanitari pubblici e privati, oltre che sul ruolo dell'welfare sanitario in azienda.

3 Rapporto Censis "Quale sanità dopo i tagli? Quale futuro per le risorse in sanità" - 15 marzo 2012

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

UniSalute: "Curarsi all’estero? I romani non si fidano"

RomaToday è in caricamento