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Economia

Crisi Starwood: a giorni l'accordo, salvi i 230 posti di lavoro

Nell'intesa rientra anche un'ottimizzazione del lavoro, con una maggiore flessibilità. Scongiurate le terziarizzazioni, previsti invece incentivi per l'esodo volontario di alcuni lavoratori

Sembrano rientrare i tagli occupazionali previsti dalla catena alberghiera Starwood che a marzo avrebbe dovuto inviare 600 lettere di licenziamento in tutta Italia, di cui 230 solo nel territorio di Roma. Dovrebbe infatti giungere nei prossimi giorni la firma dell'accordo tra i sindacati e l'azienda che salverà tutti i posti di lavoro. Possono quindi tirare un sospiro di sollievo i lavoratori dello Sheraton dell'Eur, del Gran Hotel e dell'Excelsior del centro.

L'accordo non prevede concessioni contrattuali, ma va in contro all'azienda per quel che concerne l'ottimizzazione del lavoro che dovrebbe garantire anche un contenimento degli effetti della crisi, “che indubbiamente c'è” spiega Gabriel Simoncini della Filcams Cgil Lazio, “ma non era tale da giustificare 230 licenziamenti nel Lazio e circa 600 in tutta Italia. Crediamo di aver fatto un ottimo lavoro come sindacato, andando verso l'azienda su numerosi aspetti”.

Si temeva per la terziarizzazione, ma anche questa è stata scongiurata. Gli esuberi restano (circa 130 su base nazionale) e si tenterà di assorbirli con un'incentivazione all'esodo volontario. “L'allontanamento dal lavoro sarà su base volontaria”, spiega Simoncini. “Ciò significa che non sarà l'azienda a scegliere chi dovrà restare e chi no. Chi è vicino al pensionamento avrà un cospicuo incentivo ad anticiparlo”.

Nell'accordo è prevista anche un'ottimizzazione del lavoro, con una maggiore flessibilità degli orari e dell'intera organizzazione del lavoro, al fine di migliorare la produttività. “Una modifica strutturale” la definisce Simoncini. “Abbiamo avuto la garanzia dalla Starwood”, continua il sindacalista della Filcams, “che verranno forniti tutti gli strumenti idonei a migliorare e velocizzare il lavoro. Ciò garantirà una maggiore produttività che è un punto importante dell'accordo perché è quello che garantirà di uscire dalla crisi. I tempi magari saranno meno rapidi, ma se questo è il prezzo da pagare per salvare i posti di lavoro, penso che sia giusto pagarlo”.

La crisi della Starwood aveva vissuto il suo punto più alto a gennaio, a seguito dell'annuncio della mobilità. I dipendenti hanno più volte manifestato a Venezia, Firenze e naturalmente Roma, entrando in sciopero e costringendo in qualche caso i direttori degli hotel a rifare i letti per garantire la praticabilità delle strutture alberghiere.
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