"Il 40% delle attività chiuderà": ecco chi pagherà di più la crisi post Covid-19
Lo studio di CNA Roma su chiusura imprese e fatturati a picco: soffrono gelaterie e pasticcerie, ma anche parrucchieri e centri estetici. Per gli alberghi perdite dell’85%
Dalla crisi sanitaria alla crisi economica: la pandemia da Coronavirus si abbatte sulle attività commerciali che devono fare i conti con il fatturato zero dei due mesi di serrata totale e con una prospettiva di riapertura che per molti, nella proclamata fase 2, potrebbe non essere certa.
A far paura non solo le restrizioni che saranno imposte o le tempistiche ancora incerte: alcuni settori più di altri faranno fatica a ripartire, alcuni imprenditori più di altri potrebbero non avere le risorse idonee per risollevarsi dopo la prolungata inattività.
Soffrono negozi e gelaterie: “Il 40% non riapriranno”
“La stima delle imprese a rischio chiusura per alcuni settori si aggira anche al 40%” – denuncia CNA Roma che sul tema ha condotto uno studio. A soffrire maggiormente il commercio e le gelaterie, ma non va molto meglio nemmeno per il comparto della ristorazione, dell’acconciatura, dell’estetica e della toelettatura di animali con una stima di chiusura che si attesta intorno al 30%. “Facile immaginare cosa significhi questo: rischio elevato di perdite significative di professionalità ed eccellenze, di posti di lavoro con il risultato di avere sempre più imprenditori e famiglie costretti ad indebitarsi per sopravvivere” – sottolinea la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa.
Per gli alberghi perdite dell’85%
Allarmante poi per alcuni settori il calo del fatturato previsto al 30 aprile. Tra questi gli alberghi che prevedono una diminuzione dell’85%, seguiti dall’artigianato artistico, dal trasporto passeggeri su strada e dai servizi legati alla bellezza, ossia parrucchieri e centri estetici.
“Abbiamo realizzato questo studio proprio per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle difficoltà reali che stanno affrontando quotidianamente i nostri imprenditori sul territorio di Roma e Provincia. Bisogna mettere in atto un piano di sostegno ben congegnato e attento e bisogna farlo ora, prima che si ricomincino ad aprire le attività, perché la semplice riapertura – ha commentato Michelangelo Melchionno, Presidente della CNA di Roma - non sarà sufficiente a far ripartire l’economia”.
C’è chi non riapre per non fallire
Lo sanno bene i piccoli imprenditori che per lunedì 4 maggio, giorno della ripartenza, hanno deciso di scendere in piazza: per alcuni di loro, dal settore della ristorazione a quello dei locali, rialzare le proprie serrande “significa andare incontro al fallimento”.
Il lockdown prova aziende e artigiani
Artigiani, imprenditori e commercianti fortemente provati da oltre un mese di lockdown che ha intaccato risorse economiche, fisiche e psicologiche. “Hanno bisogno di iniezioni di fiducia e di liquidità, di avere la concreta percezione di vivere in un sistema che – conclude il presidente Melchionno - riconosca la loro importanza in termini economici e di valore sociale, non di essere semplicemente dei contribuenti da spremere con le tasse”.