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Economia

Il coperto nei ristoranti: per la legge non si paga, per i ristoratori sì

La percentuale maggiore di ristoranti che chiede ancora il pagamento del coperto si ha in centro, in netta diminuzione in periferia. Il prezzo va da 1,50 a 2 euro

Da tempo se ne parla e discute, ancora presente anche se ormai vietato: è la tassa sul coperto che applicano i ristoranti sul conto finale, anche se si dovrebbe dire applicavano, visto che il tanto fastidioso coperto è stato abolito. Vietato dalla legge regionale numero 21, datata 29 novembre 2006, ma nei fatti non è proprio così. Cinque anni sono passati dall'entrata in vigore della norma che lo vieta nel Lazio, eppure, sono ancora molti i ristoratori che preferiscono applicare sul conto quel paio di euro in più listando nella ricevuta la tanto odiato voce “coperto”.

Sono almeno almeno 350, infatti, le segnalazioni di cittadini che si sono trovati a mangiare in ristoranti in cui si fa ancora pagare il coperto, di queste 200 sono riferite al centro e le alte alla periferia.  I dati arrivano grazie all'U.Di.Con (Unione per la difesa dei consumatori) che, da quando la legge è entrata in vigore, si è impegnata per denunciare i ristoranti che non applicavano la tassa sul coperto e, parallelamente, ha cominciato a raccogliere le segnalazioni dei cittadini tassati contro legge.

La legge regionale numero 21, datata 29 novembre 2006, all'articolo 16, comma 3, parla chiaro: "Qualora il servizio di somministrazione sia effettuato al tavolo, la tabella o il listino dei prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell'ordinazione e deve indicare l'eventuale componente del servizio con modalità tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico. È inoltre fatto divieto di applicare costi aggiuntivi per il coperto".

Un altro aspetto interessante delle denunce raccolte dall'U.Di.Con è che i cittadini in molti casi hanno fatto notare al ristoratore l'esistenza della legge e quindi chiesto spiegazione del conto lievitato del coperto, ma alle loro proteste, non sempre hanno trovato persone disposte a stornare dal conto il prezzo della tassa ormai vietata.  Quindi, il presidente Nesci dichiara: “Ricordiamo ai ristoratori laziali che la norma non è facoltativa, ma vieta l’applicazione di costi aggiuntivi sul conto dei clienti, come d’altronde succede nelle altre capitali europee; inoltre ci auguriamo che la legge possa essere estesa in tempi brevi anche alle altre Regioni italiane”.

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