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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Salute, la cocaina aumenta il rischio infarto nei giovani

Se da un lato è diminuita la mortalità per infarto, dall'altro è aumentata la frequenza nei giovani. La causa? L'uso sempre più frequente, soprattutto tra le fasce più giovani, di sostanze come la cocaina

A lanciare l'allarme è la Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare. "La mortalità da infarto oggi è in riduzione - fanno sapere gli esperti-siamo arrivati al di sotto del 5% e questo è già un grosso passo in avanti. A preoccupare, però, è l'aumento di incidenza dell'infarto giovanile, legato in particolare all'uso di cocaina". Per saperne di più la Dire ha intervistato il professor Bruno Trimarco, presidente Siprec.

Quanti sono i giovani colpiti all'anno da infarto? "Non conosciamo i numeri esatti, ma purtroppo l'incidenza dell'infarto nei giovani è in aumento, a causa dell'uso sempre più frequente di sostanze come la cocaina. Fortunatamente, però, rispetto agli anziani, i giovani colpiti da infarto sono sempre una parte minore".

Perchè la cocaina provoca l'infarto? "La cocaina è un potente vasocostrittore coronarico: è per questo che può creare infarto del miocardio e aritmie gravi, come per esempio la fibrillazione ventricolare. Tra le varie sostanze è quella che in assoluto ha l'effetto vasocostrittivo più intenso".

Cosa succede a chi la usa per inalazione? "I soggetti che fanno uso di cocaina per inalazione, oltre ad essere come tutti esposti all'infarto, hanno frequentemente problemi legati anche al naso. L'uso di questo potente vasocostrittore, infatti, determina zone di necrosi proprio a livello delle narici nasali".

La cocaina è la principale causa di infarto nei giovani, ma non l'unica... "Spesso negli adolescenti l'infarto è legato anche a fenomeni infiammatori delle coronarie, come può accadere in corso di influenza per una coronarite virale. In realtà questo discorso va collegato a quello del vaccino: nel corso degli anni si è sviluppata nei suoi confronti una certa diffidenza, dunque si è ridotta la percentuale di soggetti che vi si sottoponevano. Di conseguenza, questo ha portato più spesso gli adolescenti a influenze e complicanze gravi come l'infarto".

Più in generale: si è abbassata l'età tipica dell'infarto? "Si'. Un tempo si attestava poco al di sopra dei 50 anni, mentre oggi si verificano sempre più spesso casi di infarto tra i 30 e i 50 anni. Vita più stressante, impiego di sostanze, cambiamento di abitudini igienico-dietetiche-con prevalenza di cibi 'spazzatura' (ricchi di colesterolo e acidi grassi), ma anche riduzione dell'attività fisica, sono tra le principali cause che hanno comportato un abbassamento della soglia di infarto".

Ha influito anche la crisi economica? "Assolutamente si'. Quest'anno come Siprec abbiamo pubblicato uno studio in cui si vede chiaramente come la crisi abbia portato ad una maggiore preoccupazione per gli aspetti economici, facendo ridurre l'attenzione nei confronti del proprio benessere fisico. Naturalmente chi ha perso il lavoro non pensa ad iscriversi in palestra, sia per una questione materiale legata ai soldi sia per una psicologica legata ad una sorta di depressione".

Come si previene l'infarto? "Bisogna fare molta attenzione al cibo. La regola, semplice, è sempre la stessa: l'apporto calorico deve essere proporzionato al consumo. Un importante determinante del rischio cardiovascolare, infatti, è l'obesità: oggi purtroppo sta aumentando soprattutto nei giovani, i quali mangiano peggio e fanno meno attività fisica. Dunque quello che consiglio è dieta sana e una sana corsetta".

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