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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Licenziamenti cinema Troisi: "Mediaport eviti menzogne e reintegri i lavoratori"

Fabrizio Micarelli e Nadia Stefanelli, Slc Cgil, attaccano l'azienda: "Hanno fatto partire il 'tentativo obbligatorio di conciliazione' e dicono che non licenziano. Intervengano le istituzioni"

"Noi non licenziamo nessuno". Questo il senso, più o meno letterale, delle dichiarazioni a firma Mediaport, apparse sugli organi di stampa negli ultimi giorni. Il riferimento naturalmente è alla crisi che ha colpito l'ex colosso di Cecchi Gori, in liquidazioni forzata, che ha costretto molti cinema del circuito,  fra cui lo storico Troisi, a chiudere i battenti. E che ha mandato quattro persone per strada, nonostante le dichiarazioni dell'azienda.

"Quello che è apparso sui giornali negli ultimi giorni, purtroppo non è assolutamente vero", attacca senza giri di parole Fabrizio Micarelli, Slc Cgil Roma e Lazio. E ci sono addirittura le prove: "La Mediaport ha avviato, in Ministero, il 'tentativo obbligatorio di conciliazione' che è il passo ufficiale, introdotto dalla Legge Fornero, che viene prima del licenziamento". 

"Tra l'altro il circuito ha già licenziato dei dipendenti a settembre e altri quattro, fra cui tre del cinema Troisi, nel mese appena iniziato - fa notare Micarelli - quindi invitiamo Mediaport, in questo momento delicato, a convocare subito le organizzazioni sindacali". L’incontro dovrà servire per  avere una risposta sul reintegro dei quattro lavoratori licenziati. 

"Un positivo riscontro - spiega una nota di Micarelli e Nadia Stefanelli - aiuterebbe a ristabilire, all’interno di tutta l’azienda, quel clima di pace sociale, indispensabile per riaprire una discussione che affronti le reali difficoltà che la crisi sta causando nelle sale cinematografiche del circuito della città di Roma".

In conclusione, un invito alle istituzioni locali che "non possono più continuare con questo assordante silenzio, di fronte  alla continua desertificazione delle sale cinematografiche della nostra città. Bisogna, a nostro parere, mettere in campo a partire dagli assessorati competenti delle iniziative legislative che frenino l'emorragia occupazionale e culturale".   

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