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Economia

Licenziati, non reintegrati e dimenticati: la battaglia dei lavoratori Carreofur Romanina

Una sentenza del 18 novembre obbliga l'azienda a reintegrare i 102 licenziati nel gennaio 2009 e a pagare gli stipendi arretrati. La multinazionale francese ignora però la decisione del giudice

Licenziati, senza stipendio, senza ammortizzatori sociali e beffati, doppiamente beffati. Stiamo parlando dei 102 ex dipendenti della Carrefour romanina, licenziati nel gennaio 2009, ma reintegrati lo scorso 18 novembre da una sentenza del tribunale del lavoro. Alla reintegra doveva accompagnarsi anche il pagamento degli stipendi arretrati. Da novembre ad oggi però nulla di tutto questo è accaduto e per i diretti interessati il sentimento della beffa è quello più diffuso.

Duplice beffa perché da un lato l'azienda da novembre ad oggi, a parte due incontri con i sindacati, ha praticamente ignorato la sentenza. Dall'altro poi i media hanno cancellato la vicenda che per molti aspetti somiglia a quella dei tre operai Fiat di Melfi finiti su tutti i tg nazionali. “Soltanto che lì erano tre”, spiega una delle lavoratrici, “qui invece siamo più di cento. E' assurdo che una multinazionale possa fare quel che vuole e nessuno dica nulla”.

DA NOVEMBRE AD OGGI – I sindacati, al momento dell'uscita della sentenza, si sono subito attivati per avere degli incontri con l'azienda ai fini di ottenere il rispetto della decisione del giudice. “Abbiamo incontrato due volte l'azienda”, spiega Vittorio Pezzotti della Filcams Cgil. “Con un atteggiamento molto propositivo da parte nostra ci siamo detti pronti a valutare idee per il ricollocamento nelle sedi disponibili e la Carrefour si era impegnata a trovarle. Nell'incontro successivo tale impegno ci è stato ribadito. Nel frattempo è stato depositato il dispositivo della sentenza, ma dall'azienda non è arrivata nessuna comunicazione. Fra l'altro non sappiamo neanche se vogliono presentare ricorso o meno o se magari l'hanno già presentato”.

I DIPENDENTI – Il sentimento dei dipendenti è misto a rabbia e impotenza. Finita la mobilità infatti quasi tutti i “licenziati in attesa di reintegra” vivono senza un reddito. Beffa delle beffe, dal 18 novembre per loro è impossibile anche trovarsi un lavoro perché formalmente, come ribadito dal giudice, tutti loro hanno in essere un accordo contrattuale con Carrefour. “Chi assumerebbe una persona che ha un contratto a tempo indeterminato ancora in corso?”, spiega Giusy Finocchiaro una delle licenziate ed ex rappresentante sindacale della Filcams Cgil presso il punto vendita. “Per noi”, continua la Finocchiaro, “è assurdo che 102 persone facciano meno notizie dei tre lavoratori Fiat”.

Le storie tra i licenziati sono tante, tutte specchio di questa incredibile vicenda. “Io per esempio”, spiega ancora Giusy, “sono stata licenziata un mese dopo che il mio compagno era morto e mi sono ritrovata con un figlio di tre anni da crescere, un mutuo da pagare e la mobilità come unico reddito. Finita la mobilità, la situazione è ora veramente critica ed ecco perché sentirsi ignorati dalla Carrefour fa ancora più male”.

INIZIATIVE – In attesa di sapere se la Carrefour presenterà o meno ricorso, i dipendenti si stanno muovendo tramite i propri avvocati per ottenere il rispetto della sentenza. I 102  “licenziati-in attesa di reintegra” aspettano la differenza di due anni tra lo stipendio e la mobilità percepita. Aspettano soprattutto di poter tornare a lavoro. Nel frattempo hanno inviato ingiunzioni di pagamento alla Carrefour e richiesta di messa in mora per l'azienda.

Noi abbiamo provato a sentire Carrefour, ma dall'azienda nessuno ha voluto rilasciare una dichiarazione. Ovviamente restiamo a disposizione nel caso tale decisione mutasse.

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