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L'allarme delle imprese funebri: "Fermate il bando per la gestione delle camere mortuarie negli ospedali"

L’affidamento del servizio, secondo le associazioni, sarebbe al centro di meccanismi anomali

La gestione delle camere mortuarie di due importanti ospedali romani, il San Filippo Neri e il Santo Spirito, potrebbe rivelarsi un affare. Secondo le due principali associazioni nazionali delle imprese funebri, FENIOF-Federazione Nazionale Imprese Onoranze Funebri e FEDERCOFIT-Federazione Comparto Funerario Italiano. L’affidamento del servizio, secondo le associazioni, sarebbe al centro di meccanismi anomali.

Il bando emesso a fine giugno dalla Asl Roma 1 per la gestione delle camere mortuarie delle due strutture ospedaliere Romane, secondo la denuncia, prevede infatti l'affidamento di un servizio pubblico d’interesse generale - i servizi interni di Polizia Mortuaria: Camere mortuarie, spostamento salme da corsia a deposito - anche ad imprese di onoranze funebri, ovvero ad operatori commerciali, che avrebbero così una “corsia preferenziale” per l’esecuzione del funerale, in un potenziale regime di monopolio. Una situazione grave, secondo Alessandro Bosi, segretario nazionale della FENIOF.

Il bando contestato, in netta controtendenza con i principi sanciti da ANAC, Antitrust e diversi DDL di Camera e Senato, è partito grazie a un vuoto normativo. Infatti una sentenza del 2012 del Consiglio di Stato sancisce che in assenza di una disposizione legislativa regionale non si possono escludere operatori funebri dalla partecipazione alle gare per la gestione delle camere mortuarie. Ma la legge regionale ancora non c’è, nonostante la Proposta di Legge firmata da Zingaretti che prevede proprio la reinternalizzazione dei servizi delle camere mortuarie. 

“In nessuna regione vige questa norma. E’ grave che nella Capitale viga perché la Regione non ha trovato il tempo di fare una legge” dice Giovanni Cacciolli di FEDERCOFIT. Secondo le due Federazioni le esternalizzazioni dei servizi delle Aziende Ospedaliere non hanno portato alcun beneficio né dal punto di vista funzionale né da quello deontologico. Anche l’ANAC ha individuato proprio nelle attività delicatissime conseguenti ai decessi in ambito ospedaliero (a Roma ci sono oltre 30mila decessi l’anno, il 75% in ospedale) un momento ad alto rischio di corruzione.

“Abbiamo bisogno di una risposta” dicono le Federazioni. L’incontro, a luglio, con la giunta regionale non ha infatti avuto un seguito nonostante i solleciti e le rassicurazioni sui tempi di approvazione della legge. Intanto i termini per la presentazione delle domande di partecipazione all’appalto sono scaduti e tutto procede verso l’affidamento del servizio.

Oltre all’approvazione della legge, o uno stralcio, le Federazioni chiedono l’immediata sospensione dell’appalto e la gestione diretta del servizio -perché, affermano, i soldi per gestirlo in proprio ci sono. Si dichiarano disponibili a intervenire per limitare i costi di gestione del servizio “per non caricare di scuse l’assenza di volontà nel risolvere la questione”.

All’indomani degli scandali sul racket dei funerali negli ospedali, le Federazioni auspicano una maggiore attenzione non solo per gli scandali corruzione ma per i meccanismi che li generano, ovvero l’incoerenza e la disattenzione delle istituzioni. 

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