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Economia Bufalotta

Licenziamenti collettivi all'Avis: a rischio 120 lavoratori

Più di un centinaio di lavoratori della società di autonoleggio sono destinati al licenziamento. I tagli sono dovuti alla scelta di delocalizzare la produzione all'estero. I dipendenti non ci stanno e scioperano

Circa due settimane un centinaio di dipendenti dell'AVIS, multinazionale americana che si occupa di autonoleggio sono stati raggiunti da una raccomandata che li informava del proprio licenziamento. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Il motivo del provvedimento? Nulla a che vedere con il bilancio dell'azienda che da anni è sempre in attivo: AVIS ha scelto di delocalizzare la propria attività in paesi dove i costi del lavoro sono inferiori, a Budapest e a Barcellona. Il provvedimento interessa 150 lavoratori in tutto, di cui 120 dipendenti romani, delle sedi di Fiumicino e della Bufalotta

ATTACCO AL LAVORO - Emanuele Pagliarin incaricato della CGIL per l'AVIS di Roma utilizza parole forti per commentare la vicenda: "Si tratta di un vero e proprio attacco al mondo del lavoro, mosso dall'interesse brutale nei confronti del profitto. L'azienda è stata scorretta, non ha interpellato neanche noi del sindacato. Così ci siamo trovati di fronte a questa realtà senza che ci fosse offerta alcuna alternativa". "L'azienda ha deciso di ricorrere alla legge 223/91, che permette il licenziamento collettivo e comporta una soppressione dei posti di lavoro conseguente a riduzione, trasformazione o cessazione dell'attività o di lavoro. Si tratta di un provvedimento che lede la dignità della persona e umilia i lavoratori" conclude Pagliarin.

IERI IL PRIMO SIT-IN - Ieri c'è stato il primo sciopero dei dipendenti dell'AVIS, durato 24 ore. L'iniziativa ha avuto un'ampissima adesione tra i lavoratori che hanno messo in atto un sit-in di protesta sotto la sede dell'associazione di categoria in via del Poggio Laurentino. I sindacalisti sono poi riusciti a ottenere un incontro con i vertici aziendali ma l'esito è stato negativo poichè le intenzioni dell'AVIS sono state confermate.  Lo sciopero di ieri, è stata soltanto la prima di una serie di azioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su questa vicenda.

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