Roma ha il suo bilancio 2012: una manovra di circa 10 miliardi di euro, di cui 5.241.980 in parte corrente e 5.010.380.680 per il piano investimenti.

Dopo undici mesi di emendamenti, manifestazioni, rinvii e tentati accordi, alle 5.30 del mattino l'Assemblea capitolina ha approvato la manovra. Il voto è avvenuto a maggioranza (34 sì), con i voti contrari dell'opposizione e l'astensione del consigliere comunale del Pdl Fabrizio Santori.

Per Roma Capitale, l'approvazione della delibera elimina del tutto il rischio commissariamento che sarebbe arrivato, il 25 novembre, se il bilancio non fosse stato approvato. I lavori d'aula, infatti, sono stati 'macchiati' dalla diffida inviata dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che ha intimato l'approvazione entro quella data.

Diversi fattori hanno contribuito all'approvazione della manovra. L'arrivo della diffida del Prefetto, oltre che come atto formale è servita anche come gesto politico: sono scaduti i termini dell'approvazione del bilancio e il segnale che l'opposizione tentava di mandare a suon di emendamenti è arrivato forte e chiaro al governo romano che, in molte occasioni, si è rivelato poco compatto e traballante.

Inoltre, l'arrivo ieri in aula, dopo la diffida, del nuovo maxi-emendamento della giunta che recepisce la legge di stabilità del governo Monti innalzando il fondo di riserva delle pubbliche amministrazioni dallo 0,30 a 0,45% ha dato un aiuto fondamentale.

In questo modo, si sottrae alla spesa corrente uno 0,15% in più rispetto allo scorso bilancio. In pratica, è necessario accantonare, nel fondo di riserva appunto, una percentuale che può variare dallo 0,30% al 2% della spesa corrente che, pertanto non può essere usato. La conseguenza è la caduta di circa 50mila emendamenti dei 54mila collegati alla delibera di bilancio .