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Cultura Centro Storico / Via dei Santissimi Quattro Coronati, 20

Riaprire l'Aula Gotica, appello al Ministro Bray: dipinti condannati alla clausura

La "Cappella Sistina del Medioevo", un tesoro artistico inestimabile negato al pubblico dopo nove anni di restauro. L'appello di Strinati a Massimo Bray: "Restituire a Roma i suoi affreschi chiusi a chiave nel Monastero"

Il ciclo pittorico medievale più importante mai riscoperto a Roma, scovato per caso dal bisturi curioso della storica dell'arte Andreina Draghi e finanziato cospicuamente dal ministero per i Beni Culturali. Una bella storia finita male, quella degli affreschi del Monastero Femminile Agostiniano,  clamorosamente chiusi al pubblico dai battenti impenetrabili di un Convento di monache di clausura che, prima della rivelazione, aveva adibito la preziosa 'Aula Gotica' a stireria, dopo i lavori di restauro, ne fece una fortezza blindata.

LA 'CAPPELLA SISTINA DEL MEDIOEVO' - Non se ne fa una ragione, Tommaso Strinati. Lo storico dell'arte ha infatti lanciato un appello accorato al Ministro per i Beni Culturali Massimo Bray, affinché interceda per l'apertura di quella che lo studioso definisce la “Cappella Sistina del Medioevo”.

LA 'STIRERIA' DAGLI AMPI SOFFITTI A VOLTA - I dipinti sono gelosamente custoditi all'interno del Monastero Femminile Agostiniano presso la Basilica dei SS. Quattro Coronati, a metà strada tra il Colosseo e San Giovanni in Laterano. Lì, nel 1997, avvenne la scoperta del monumento nascosto.  Andreina Draghi, oggi direttrice del Museo Nazionale di Palazzo Venezia, e la restauratrice Francesca Matera, entrarono in un'aula con alti soffitti a volta e adoperata dalle suore come stireria. Graffiando le pareti con il bisturi si resero conto che quelle mura celavano un tesoro inestimabile.

L' AULA GOTICA - Per nove anni, la stanza, battezzata 'Aula Gotica' dalla stessa Draghi, fu sottoposta ad un completo restauro, finanziato dal Ministero per i Beni Culturali. Nel 2006, alla presenza dell'allora ministro Francesco Rutelli, la stanza venne inaugurata e presentata alla cittadinanza.

UNA FORTEZZA BLINDATA - Peccato che, appena dopo la cerimonia, le monache abbiano serrato i battenti e riconsegnato all'oblio un pezzo di storia e di arte della Capitale. “La storia è nota - scrive Strinati nell'appello a Bray - troppo poco, però, se n'è parlato, troppo poco ci si è arrabbiati poiché importanti fondi dei contribuenti sono stati spesi per restaurare un'opera che, ormai da anni, è sistematicamente negata alla vista del pubblico e degli studiosi”.

TRE MOTIVI PER RIAPRIRE L'AULA AL PUBBLICO - Sono tre i motivi per cui Strinati ritiene doveroso e necessario restituire alla Città la preziosa Aula Gotica. Il primo è la posizione in cui si trova la Stanza: a due passi dal Colosseo. Lo studioso ritiene che aprire l'area ai visitatori incrementerebbe il flusso turistico e dunque le entrate, soprattutto in questo periodo, in cui la zona dei Fori e della Valle del Colosseo è particolarmente sponsorizzata. In secondo luogo per “l'unicità assoluta del monumento”. Infine, “perchè l'interessamento del ministro Bray non determinerebbe alcun impegno economico da parte del Mibac, che in questa storia ha già fatto egregiamente la sua parte”.

LA CLAUSURA DEI DIPINTI: UNA VOCAZIONE FORZATA - Insomma. Tre valide ragioni per sottrarre i dipinti alla clausura e restituirli alla loro originaria vocazione, quella di patrimonio artistico che merita di essere visto, studiato e ammirato.

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