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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Ciajkovskij, tripudio all'auditorium per il suo concerto per violino

Yuri Temirkanov e Gidon Kremer insieme all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia per il celebre Concerto per Violino di Ciajkovskij, uno dei brani solistici più amati dal pubblico. Tutto esaurito nelle quattro serate al Parco della Musica

orchestraUltima serata, ieri, per la quattro giorni del Concerto per Violino di Ciajkovskij all'Auditorium Parco della Musica, lo spartito del compositore russo ultimamente noto grande pubblico grazie al film Il Concerto per la regia di Radu Mihaileanu. Una sala affollatissima ha accolto l'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretta da con Gidon Kremer violino solista.

Il Concerto per violino resta ancora oggi uno dei brani solistici più amati dal pubblico e dagli stessi interpreti: il virtuosismo del primo e soprattutto dell'ultimo movimento è semplicemente straordinario, l'orchestrazione sapientissima - è davvero necessaria una grande delicatezza per non "coprire" il suono del violino nei passaggi più trascendentali.

Il Concerto è all'interno della Quinta Sinfonia, una delle composizioni più misteriose di Ciajkovskij: è universalmente nota, infatti, per il cosiddetto "Tema del Destino" che appare all'inizio del primo movimento.

E di certo il destino è il protagonista: il violino solista canta la voce della solitudine dell'anima sul palcoscenico della vita, accordandosi con le note che il destino-orchestra ha scritto per lei. Sullo sfondo, un "andante" che è come un canto popolare, ora gioioso ora malinconico; sostiene lo slancio vitale del violino che descrive una danza intrepida ed entusiasmante.

L'atmosfera, nel secondo movimento, si fa più calda e intima. L'anima dialoga con la propria interiorità (flauto) finchè entra nell'azione decisa in un tema in cui il canto (violino) si alterna con la danza (orchestra). La maestria di Gidon Kremer fa vibrare non solo le corde del suo strumento (un violino Nicola Amati, classe 1641), ma diventa la voce dell'anima che Ciajkovskij ha voluto fermare.

Nel terzo movimento, un valzer si intesse come un ricamo con momenti drammatici, portando a un finale che diviene maestoso - anche se prolisso - e che mantiene viva fino all'ultimo la rassegnata dolcezza del Tema del Destino.

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