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Cronaca

#12aprile, la fotoreporter dà voce allo scatto simbolo: "Non è una soap opera, è cronaca"

Una ragazza stesa a terra che piange coperta dall'abbraccio di un manifestante e un poliziotto che la calpesta. La fotosequenza scattata da Yara Nardi è rimbalzata sulla stampa

Una ragazza stesa a terra che piange e un ragazzo sopra di lei a proteggerla dal caos scoppiato attorno dopo le cariche e gli scontri alla manifestazione di sabato 12 aprile. Un'immagine diventata icona di una giornata di protesta, ripresa da molti organi di stampa e soprattutto con un antefatto, anch'esso immortalato dalla macchina fotografica: un poliziotto che calpesta la manifestante mentre è a terra. Romatoday ha intervistato l'autrice dello scatto, Yara Nardi.

Ti ricordi il momento in cui l'hai scattata?

Questa fotografia l'ho scattata subito dopo l'ultima carica della polizia. All'inizio di via Barberini, proprio all'imbocco della piazza. Io venivo da via Veneto e correvo con le persone che sfuggivano alla carica. Molti manifestanti schiacciati contro il muro dalle cariche delle forze dell'ordine con le mani alzate. C'era molta gente a terra. È successo tutto molto velocemente. Ho notato questa ragazza per terra che piangeva spaventata e sopra un ragazzo che cercava di proteggerla. Le ha anche sussurrato qualcosa all'orecchio ma non ho potuto sentirlo. Mi sono abbassata d'istinto e ho scattato.

Poi ci sono le immagini del poliziotto che calpesta la ragazza a terra.

È la stessa manifestante della foto di cui parlavamo prima. Ma la sera al momento di mandare le fotografie al giornale non mi ero accorta di avere tutta la sequenza. Ho inviato solo le immagini che ritenevo più significative e tra quelle ho spedito solo l'abbraccio tra i due manifestanti. La mattina seguente mi hanno chiamato dalla redazione di La Repubblica segnalandomi un video di Servizio Pubblico in cui si vedeva un poliziotto che calpestava la stessa ragazza che avevo ritratto anche io. Ho controllato ed effettivamente avevo immortalato tutta la scena. Un poliziotto in borghese è salito sulle costole di quella ragazza.

L'immagine è stata ripresa da molti giornalisti che l'hanno eretta a simbolo della giornata.

Il modo in cui la stampa ha ripreso e 'ri-raccontato' quell'immagine non mi è piaciuto. Al di là delle mie idee personali sui fatti mi infastidisce che il fotoreporter non è nemmeno stato preso in considerazione. Ero in piazza. Perché prima di scrivere una storia su quelle foto nessuno si è preoccupato di alzare il telefono e chiedermi com'è andata veramente? Non lo dico per egocentrismo. Sono convinta che alcune immagini siano bene comune e sono contenta se vengono riprese e diventano il simbolo della giornata. Ma le strumentalizzazioni non mi piacciono. Non stiamo parlando di una soap-opera, è cronaca.

Secondo te quella foto cosa racconta?

Ripeto, prima di tutto è cronaca. Se dovessimo basarci sulla mia esperienza di piazza scene di manifestanti che si difendono a vicenda in momenti come quelli se ne vedono spesso. Ho solo avuto la prontezza e la fortuna di immortalarla. Inoltre non sono d'accordo con la distinzione tra manifestanti buoni e manifestanti cattivi perché non è così. Per quel che ne sappiamo, in un corteo omogeneo come quello di ieri, potrebbero anche essere stati tutti d'accordo con l'assalto al ministero. Non lo possiamo sapere. Basarci su questa distinzione è riduttivo e una scorciatoia giornalistica. 

Hai pensato a un titolo per quella foto?

Non saprei. Ho guardato a lungo questa foto negli ultimi giorni ma non ho mai pensato a un titolo.

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