Via di Costamagna, periferia sud est di Roma. Qui, in questo lembo di terra ai confini con i Castelli Romani, non lontano dalla borgata Finocchio, questa mattina su disposizione del VIII municipio è stato abbattuta una villa di circa 300 metri quadri, del valore di circa 900.000 euro in via di costruzione.

L'edificio era già stato sequestrato tre volte e alcuni giorni fa il pubblico ministero Assunta Cocomello ne ha disposto il dissequestro ai fini dell'abbattimento. Sul posto erano presenti circa 60 vigili urbani diretti dal comandante del VIII gruppo Antonio Di Maggio che è anche  responsabile dell'ufficio antiabusivismo del Campidoglio.

Hanno colpito noi perché siamo zingari. Qui tutti hanno costruito in modo abusivo

Non sono mancati gli attimi di tensione.  Durante l'intervento infatti, uno dei proprietari, un sinti di origine italiana, resosi conto di quanto stava accadendo ha minacciato, portandosi un taglierino alla gola, di suicidarsi. Dopo una lunga trattativa gli agenti hanno bloccato l'uomo. Un agente è rimasto lievemente ferito ad un ginocchio. L'uomo che è il convivente della proprietaria, Sonia Gurgevic, dovrà rispondere del reato d'aver abusivamente realizzato il manufatto

Pietro Petrow si è sfogato lanciando un'accusa piuttosto precisa e pesante: “Hanno colpito noi perché siamo zingari. Qui tutti hanno costruito in modo abusivo, tutti hanno pagato qualcuno, anche chi oggi è qui ad abbattere la nostra casa, anche i vigili urbani, perché non vedesse. Non abbiamo più pagato e ci hanno colpiti”.Gli zingari hanno spiegato di avere comprato il terreno in quella zona “perché ci avevano detto che si poteva costruire abusivamente e, infatti, tutti sono abusivi”.


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