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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Trigoria / Via di Trigoria

Dipendente licenziata dopo video hard, l'avvocato contro l'As Roma: "Nuovo attacco alla vittima"

Francesco Bronzini, che assiste la dipendente, interviene dopo il comunicato diffuso dal club: "Conferma di non voler prendere in considerazione la posizione del calciatore"

Sul caso della dipendente della As Roma, licenziata per un video hard insieme a un collega, la società “non solo non nega la sottrazione del video alla ragazza coinvolta ma conferma di non voler prendere minimamente in considerazione la posizione del calciatore omettendo ogni valutazione sul punto e attaccando nuovamente la vittima della vicenda”. A dirlo è l’avvocato Francesco Bronzini, che assiste la dipendente del club licenziata dopo la vicenda del video hard sottratto da un giocatore della Primavera giallorossa e poi condiviso con i compagni di squadra. Il riferimento è al comunicato diffuso dall’As Roma, di cui Bronzini afferma di aver preso atto “con stupore”. 

L’inizio della vicenda

I fatti diventano pubblici giovedì 14 marzo, sulle pagine del Fatto Quotidiano. Ma la storia inizia prima, nel  settembre del 2023, quando i due dipendenti vengono convocati dai vertici della società, da cui scoprono di essere stati oggetto di una grave violazione della privacy, attraverso la diffusione di un “sex tape amatoriale privato da parte di un giovane calciatore, che ha sottratto il video dallo smartphone dell’ormai ex dipendente”, come racconta il sindacato Filcams Cgil Roma e Lazio in una nota. In quel momento i due lavoratori, che nella vita privata sono una coppia, comprendono “finalmente le vessazioni e le battute a sfondo sessuale subite nei mesi precedenti da parte di tanti calciatori e addetti dell’As Roma.

Nella stessa giornata, poco più tardi, viene convocato anche il calciatore, alla presenza dei due dipendenti e dei dirigenti, il quale conferma e confessa di aver sottratto il video dallo smartphone della lavoratrice, prestatogli da quest’ultima per poter fare una telefonata al proprio procuratore”. Nel novembre del 2023 i due dipendenti vengono convocati dall’addetto alle risorse umane (Hr) e dal legale dell’As Roma per la comunicazione del licenziamento per “incompatibilità aziendale”. I due si sono quindi rivolti al sindacato “che prontamente fornisce loro supporto emotivo e sindacale, impugnando il licenziamento e avviando tutte le pratiche necessarie per la loro tutela”.

La Filcams Cgil spiega di aver mantenuto il “massimo riserbo” sulla vicenda, convinta che “l’As Roma, avrebbe ritirato i licenziamenti del tutto illegittimi e che si sarebbe fatta giustizia a favore dei due lavoratori”. Ma così non è stato. “La società – attacca il sindacato - ha preferito invece tutelare un ipotetico investimento milionario sul calciatore coinvolto in questa storia, piuttosto che prendere le parti dei propri dipendenti, i quali non solo non hanno commesso alcun illecito ma avrebbero avuto tutto il diritto di essere tutelati dall’As Roma, società per la quale sono stati alle dipendenze per anni”.

La nota della società

Nelle scorse ore l’As Roma ha diffuso un comunicato: "Con riferimento a quanto apparso nelle giornate di ieri e di oggi su alcuni organi di stampa in relazione a una vicenda, in realtà risalente nel tempo, che ha riguardato due dipendenti (un uomo e una donna) e un tesserato del Club, l’AS Roma, ravvisato il tono diffamatorio della campagna scaturita, ritiene che sia in atto un chiaro tentativo di attaccare e destabilizzare la Società e il suo Gruppo in un momento cruciale della stagione sportiva. La Società, nel ribadire la correttezza del proprio operato, intende evidenziare alcuni fatti rilevanti di cui è venuta a conoscenza nel novembre 2023, che hanno determinato la decisione aziendale assunta: Il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni". E ancora: “I fatti sono stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento, quando il provvedimento della Società ha riguardato contestualmente (¬lo stesso giorno e alla stessa ora) anche il ragazzo coinvolto nei fatti. È peraltro purtroppo vero che nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative. L’AS Roma comunica che intende fermamente tutelarsi a difesa dei propri interessi, in tutte le sedi competenti, al fine di proteggersi da attacchi gravi e spregiudicati, ristabilendo la verità oggettiva dei fatti". Parole duramente contestate dall’avvocato della dipendente. 

L’indagine della Figc

Sulla vicenda la procura della Figc (Federazione italiana giuoco calcio) ha aperto un procedimento. Il giocatore che ha diffuso il video rischia una denuncia per revenge porn. Un reato penale (612-ter codice penale) che consiste nella "diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti può avere a oggetto immagini o video che ritraggano atti sessuali ovvero organi genitali ovvero anche altre parti erogene del corpo umano, come i seni o i glutei, nudi o in condizioni e contesto tali da evocare la sessualità".

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